Prevedere il Futura

Telematica: presto avremo in casa uno o più oggetti che le conoscenze e la tecnologia di oggi ci consentono appena di immaginare. La componente base sarà un video a colori sul quale riceveremo dati, notizie, immagini televisive, disegni; per trasmettere le nostre comunicazioni avremo una tastiera, appena più complicata di quella di una macchina per scrivere, o qualcosa che somiglia a un cruscotto di automobile o, addirittura, niente. Useremo la voce, e il computer, nascosto dietro il video, invierà quello che desideriamo, a chi vogliamo.

Perché la telematica? Dopotutto abbiamo già il televisore per vedere quello che succede nel mondo (anche sulla Luna o su Marte); il servizio postale per comunicare con tutti: il telefono per parlare con chi vogliamo, in qualunque parte del mondo ci sia un altro telefono (le statistiche ci insegnano che ne sono installati più di cinquecento milioni).

Il terminale telematico non solo ci darà qualche brivido tecnologico in più ma offrirà prestazioni e qualità di servizio migliori. Soprattutto, ci permetterà di stare in linea con il progresso della tecnologia creando e rispondendo — contemporaneamente — alla domanda di nuove applicazioni. Settant’anni fa la diffusione dei telefoni a disco combinatore che permettevano di chiamare direttamente l’altro utente, ha cancellato la mediazione della centralinista, tanto conosciuta da diventare una di famiglia, ma tanto impersonale da essere chiamata «Pronto Centralino», come se fossero nome e cognome.

Poi si sono abituati tutti. Sarà lo stesso quest’anno quando, invece del solito telefono (i tecnici lo chiamano «unificato T 62»), la Sip ci porterà a casa il Pulsar, tutto elettronico e con i tasti al posto del disco con i dieci buchi. Non cambierà nulla anche più avanti, forse negli anni Novanta, con il videoterminale con telefono, tastiera, stampante e altri marchingegni. Non sarà una rivoluzione, niente noiosissimi Grandi Fratelli, nessuno shock del futuro: la preoccupazione maggiore diventerà come armonizzare quell’oggetto nell’arredamento.

Sarà lo stesso fenomeno di scivolamento verso l’indifferenza che c’è stato verso il televisore: trentanni fa troneggiava al centro del salotto buono, adesso lo si porta anche al polso, con totale non chalance.

Sarà invece cambiato tutto quello che c’è dietro la punta dell’Iceberg, cioè, il telefono terminale, perché le reti di telecomunicazioni, diventate digitali, avvolgeranno tutto in una fitta serie di interconnessioni di satelliti, cavi in fibra ottica, centrali telefoniche, ponti radio.

Attraverso queste reti passeranno la voce, i dati, le immagini TV. i disegni, in tutte e due le direzioni, trasformando le case in centri di produzione e smistamento dell’informazione. I tecnici stanno già collaudando i prototipi di queste reti [...]

La telematica, infatti, conviene soprattutto per l’automazione del lavoro d’ufficio e crescerà assieme al diffondersi del trattamento dell’informazione come attività preponderante nelle ore di lavoro giornaliere. Oggi, in Italia, sono circa 120.000 gli addetti all’industria dell’informatica e della telematica e si possono stimare in due milioni e mezzo quelli che lavorano con l’informazione (segretarie, giornalisti, dattilografe, manager, archivisti, ricercatori, eccetera): questi ultimi potrebbero diventare quattro milioni nel 1990, comprendendo nella cifra sia la nuova occupazione sia la riconversione di attività già esistenti.

Per esempio, la segretaria lascerà la macchina per scrivere per una workstation dotata di memoria e di capacità di trattamento testi; il progettista lavorerà davanti al video: l’operaio diventerà un programmatore di macchine operatrici a controllo computerizzato. Come si vede. la telematica è qui, in ufficio, e in genere, sul posto di lavoro. In casa ci arriverà molto più tardi e dovrà essere sperimentata con umiltà, spirito aperto e innovativo e tanti investimenti”.
[“Telematica telefonica”, articolo di Aldo Zana di Italtel. Era il marzo 1984 e io avevo quattordici anni e tenevo in mano la mia copia di Futura, rivista di scienza e fantascienza]

27. aprile 2020 by fabrizio venerandi
Categories: digitale & analogico | 1 comment

One Comment

  1. Beh ci aveva preso parecchio…

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