Conan il sanguinario

Screenshot di conan il sanguinario

Erano decenni, letteralmente, che sognavo di rigiocare alle prime due avventure testuali a cui avessi mai giocato nella mia vita su Apple II, Conan il sanguinario e Adventure town. Chi mi legge ricorderà che ne avevo scritto anche in due miei lavori PÈCMÉN e Mens e il regno di Axum. Ecco, la settimana scorsa, sono riuscito a trovare la prima delle due e anche a parlare con uno dei due autori.

Rigiocare dopo trentanove anni alla prima avventura testuale a cui abbia giocato nella mia vita mi ha fatto una certa impressione. Ripensare a quel giorno del dicembre del 1984, con l’Apple II ancora messo in cucina e io che inizio a leggere questa storia che mi cambia sotto gli occhi, il fagotto sanguinolento, i peli del lupo che appaiono solo se si esamina il corpo. È anche colpa di questo gioco se ho iniziato a pensare in un certo modo, ad aspettarmi che succedessero determinate cose.


Avevo nostalgia di quei posti e volevo rivederli
, così come potrei avere nostalgia di un luogo in cui sono stato, più che di un racconto che avevo letto. E ci sono tornato. Dopo trentanove anni ho notato ingenuità su cui ero passato sopra da ragazzino ma anche la formidabile forza evocativa di un programma del genere. Il mio computer sta iniziando a raccontarmi una storia oscura, di cui non ho riferimenti di alcun tipo, e io sono lì dentro e devo scoprire questo mondo, stanza dopo stanza. Rigiocandoci oggi nel 2023 ho pensato, cavolo, è ovvio che io mi sia innamorato di una cosa del genere.

Grazie al potere dei social network sono anche riuscito a rintracciare uno degli autori, Roberto Fogliardi (l’altro era Marciano Siniscalchi), che mi ha raccontato la genesi di questa avventura, scritta per passione e circolata tra i gruppi di informatici dell’epoca, circa 1983/1984, grazie anche agli articoli di Enrico Colombini e ai suoi libri. L’avventura peraltro non era nata su Apple II, ma su Spectrum. Qualcuno tra i nerd del tempo ne aveva poi fatto un porting per Apple che – in qualche modo – era finito nelle mie mani.

Roberto Fogliardi poi ha fatto parte del collettivo Paolo Agaraff, dove di nuovo scrittura e gioco di ruolo si intrecciavano. Sono tutte pagine della letteratura elettronica e non lineare italiana che qualcuno dovrebbe tenere con cura e conservare e che invece rischiano di sparire nel nulla, perché non sono vecchi e cari libri di carta.

20. febbraio 2023 by fabrizio venerandi
Categories: Interactive Fiction, videogame | 1 comment

One Comment

  1. Il mio terrore è che chiudano i server di if italia o di old games italia. Sarebbe interessante leggere dell’intervista all’autore

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