Grandi successi
È uscito il mio primo album!
Grandi successi è una raccolta di pezzi di spoken poetry, improvvisazioni sonore, musica concreta e rumori in genere registrati dal sottoscritto in rigoroso low-fi negli ultimi venticinque anni.
Dagli esperimenti anni novanta facendo mash-up degli articoli sulla guerra serbo-croata alle poesie-pop sull’amore con i cori che non vanno d’accordo, ai brani dove la voce s’impasta nel suono, scompare, alle cavalcate elettroniche mixxate da Giampiero Cordisco, un album che – nel peggiore dei casi – potrete mettere su quando la festa è finita e gli ospiti non hanno capito che non ne avete più voglia.
Si può ascoltare e scaricare gratuitamente o facendo una donazione se vi piace il progetto.
Su Bandcamp, seguite il link o ascoltate qua sotto.
Buon ascolto.
Il labirinto
Creato con IA (Luma). Voci mie e di terzogenita. Buona visione.Scosse
È disponibile Scosse, il mio ultimo ebook di Electronic Poetry leggibile solo con smartphone e tablet con accelerometro. Si tratta di un EPUB3 con una sola poesia, una quartina intitolata “scosse”, seguita dal numero di scosse ricevute. Ogni volta che il lettore scuote il cellulare (o il tablet) con cui la sta leggendo, la poesia cambia i suoi versi e dà vita a una nuova poesia.
La poesia è una dinamo che si carica grazie allo scuotimento del cellulare fatto dal lettore. Più il lettore scuote il cellulare, più aumenta il numero di versi da cui la poesia attinge per creare le quartine.
Nello stesso tempo questo caricamento della dinamo e questo ampliamento dei versi porta a un lento panning del dominio tematico dei versi: da quello erotico si passa a quello affettivo, poi a quello della sofferenza di coppia, dell’indifferenza e poi della sofferenza sociale e dell’abbandono.
Questo lento spostamento di focus avviene grazie all’idea che il caricamento della dinamo bruci dei versi nel processo di carica. Ogni dieci scosse, infatti, alcuni dei versi più vecchi vengono bruciati e non potranno più essere letti.
Una volta che la dinamo ottiene il massimo dei versi disponibili, al suo picco di caricamento durante il quale ha già bruciato dei versi, in quel momento inizia a degenerare.
Dalla centesima scossa in poi la dinamo non si carica più di nuovi versi, ma continua a funzionare bruciando di volta in volta quelli più vecchi. Questo meccanismo accentua sempre più lo spostamento di dominio, creando quel fenomeno di panning di cui parlavo prima.
Avvicinandosi alla millesima scossa la dinamo poetica sarà ormai scarica ed incapace di generare nuovi versi. Si bloccherà quindi su una quartina statica.
Per leggere Scosse potete usare il lettore di ebook Libri (per iOS) o Adobe Digital Edition per Android. Attenzione: su Apple è prima necessario toccare il titolo della poesia e concedere l’uso dell’accelerometro.
La poesia è gratuita, senza DRM e può essere distribuita e modificata, purché venga sempre indicata la fonte e che non vi sia sfruttamento commerciale dell’ebook o del codice.
Se volete fare una donazione potete farlo con il pulsante dedicato. Più donazioni ricevo, più tempo posso dedicare a questo tipo di lavori.
Potete scaricare Scosse cliccando sulla copertina qua sotto (NB: alcuni browser – per sicurezza – non permettono di scaricare ebook. In tal caso fate click con il pulsante destro e fare “salva link con nome” e poi autorizzate la conservazione del download. Se avete difficoltà contattatemi pure).
Guardando il futuro partendo dal 1983
“Tra coloro che sono nati dopo il 1965, negli Stati Uniti, la video-cultura sta raggiungendo ormai livelli che sono quasi di massa. In parte vi hanno contribuito le scuole, che fin dalle elementari hanno organizzato corsi di elettronica sempre più seguiti, e un altro cospicuo e forse più determinante contributo l’ha dato lo sviluppo impetuoso dei videogames che hanno familiarizzato milioni di ragazzi con le tastiere e li hanno spinti sempre di più verso i terminali delle loro classi, sui quali imparano la matematica, giocano o compiono le più spericolate operazioni mentali. Time li ha chiamati i «microkids» [...]: incapaci talvolta di scrivere correttamente una parola, sanno invece utilizzare un calcolatore, dimostrando attitudini che spesso superano quelle degli adulti.
[...] Continue Reading →
“La nuova narrativa è digitale?”
A dio piacendo, ma anche al buon caro vecchio Cthulhu, da domani 3 giugno a mercoledì 5 sarò confinato nell’isola Polvese per la sesta edizione di Poesiaeuropa sotto l’egida, tra gli altri, di Riccardo Innocenti.
Leggerò poesie lunedì; ma soprattutto martedì mattina terrò una “lectio magistralis” cercando di rispondere alla domanda che un po’ tutti nella loro vita almeno una volta si sono posti:
“La nuova narrativa è digitale?”
Non svelo la risposta per non rovinare la suspence, ma gli astanti finalmente avranno la debita chiarezza su questo punto.
cul8r!
Didattica digitale in vr a scuola
Qualche giorno fa nella 5c del Majorana-Giorgi di Genova siamo riusciti finalmente a fare la lezione/ripasso nella realtà virtuale che avevo allestito per Noda. Un agglomerato di un centinaio di autori, opere, correnti letterarie viste nel corso dell’anno e che sei studenti dovevano cercare di trasformare in un giardino di nuvole e di concetti collegati logicamente. Continue Reading →
Selfie, BBS e voglia di esistere
La voglia di mettersi davanti al computer e fare selfie delle proprie idee per condividerle con il mondo c’è sempre stata, fa parte della natura della telematica.
Fine anni ottanta, quando ancora internet in Italia era da venire, ci si collegava alle BBS locali e si scrivevano messaggi, si cazzeggiava, si discuteva, si trollava anche e si imbastivano storie di quella che oggi chiameremmo “scrittura condivisa” (nella foto, l’inizio del Libro telematico di Elios BBS, annus domini 1989).
Io capisco benissimo i ragazzi persi negli smartphone e affascinati dalle notifiche e impegnati a comunicare con immagini e video quello che sono o che vorrebbero essere, perché anche io l’ho sempre fatto con ogni mezzo digitale mi capitasse sotto le mani.
Impedire a loro di farlo non è tanto una castrazione, quanto una castroneria: semmai dobbiamo insegnare loro a farlo al meglio, a farlo diventare una strumento davvero creativo, comunicativo e – perché no – anche commerciale.
Mostrare che comunicare è un gran casino e bisogna saperlo fare bene per non finire nel normalizzante brusio sistemico – quello sì – tossico da cui traggono vantaggio solo le grande aziende transnazionali del digitale.
Piccole cose nerd
C’è un mondo sotterraneo e un po’ nerd dove certe cose non emergono mai come contenuti mainstream ma sono piuttosto fondanti.
Tra questi il SELF-REFERENTIAL APTITUDE TEST, di James Propp che potete trovare in questo angolino di internet (consiglio di stamparlo). Ancora oggi – a decenni di distanza da quando personalmente ci ho giocato – fa parte del mio dna.
Mi colpì all’epoca l’idea di un quiz a risposta multipla le cui risposte sono nel quiz stesso, una specie di meta-form la cui interattività è tutta mentale. Uno sforzo logico e razionale da distribuire con cura, ma nello stesso tempo alla portata di chiunque avesse la pazienza di mettersì – con calma – a ragionare granello per granello.
Potrebbe essere utile anche fatto a scuola, così, come gesto anarchico di conoscenza.
Alterlinus
Mi lamentavo qualche tempo fa della mancanza di riviste di fumetti contenitore, quelle con cui ero cresciuto negli anni novanta leggendo materiali tra i più disparati e che – mi rendo conto oggi – fanno parte del mio dna estetico.
Ecco, da ottobre scorso questa lamentazione si è spenta perché è nato sotto la conduzione di Igor Tuveri Alterlinus, un corposo trimestrale contenitore di fumetti, anche lunghi, che promette molto bene.
La prima impressione è quella di trovarsi di nuovo di fronte al format delle riviste che leggevo negli anni novanta, Comic Art, Corto Maltese, Nova Express, Mangazine, l’Eternauta che offrivano ogni mese autori di rilievo dal mondo dei fumetti e che mi hanno permesso di scoprire e leggere autori come Crepax, Moebius, Moore, Hernandez, McKean, Shirow e tanti tanti altri.
Storie a volte autoconclusive, ma corpose, altre volte addirittura a puntate per diversi numeri. È un format che era sparito con la crisi e il crollo della seconda metà degli anni novanta e che non era più tornato.
E – leggendo questi primi due numeri di Alterlinus – questo format sembra funzionare ancora. Le storie che ho letto sono buone, interessanti. È un fumetto d’autore con alcune tavole davvero belle che sono e una gioia per gli occhi, quando ti fermi dal leggere la storia e ti metti lì a rivedere tutti i particolari del disegno di una vignetta. C’è del bel materiale.
Certo, come in tutto le cose ci sono anche punti di criticità (prevalgono narrazioni di impianto storico, lo stile di diversi disegnatori è elegante ma anche piuttosto tradizionale ed è curiosamente ridotto il genere fantastico), ma è un po’ una caratteristica (e un rischio) di questo tipo di format.
Perché poi questo tipo di rivista “costringe” a leggere anche i fumetti che non piacciono. Almeno io, alla prima lettura, leggo tutto e torno su quelli che sono più in linea con i miei gusti. Ma poi, in seconda battuta, ripasso anche gli altri, anche solo per confermarmi che non mi piacciono, per farmi domande sul perché di una scelta di un certo colore o per il lettering. O per apprezzarne magari un certo particolare, o per capire meglio *perché* non mi piacciono.
Senza arrivare al masochismo di leggere una rivista fatta tutta di fumetti che non mi piacciono, ovviamente. Molte interruzioni di riviste che seguivo negli anni novanta sono arrivate quando la scelta della redazione superava il punto critico di tolleranza.
È un rischio come dicevo, ma penso che questo modello di rivista contenitore di fumetti abbia questo pregio didattico, di mettere sul campo una “satura” di stili, design, immaginari diversi, costringendo il lettore ad amare ed odiare, ma in questo amore e odio comunque ad arricchirsi culturalmente del fumetto tutto.
A marzo dovrebbe uscire il terzo numero e consiglio a chi ama i fumetti di darci una occhiata.
Intelligenza artificiale in classe
È uscito su GARR News un mio breve articolo sull’uso dell’intelligenza artificiale in classe: chi fosse interessato lo può leggere anche online.
Sempre a proposito di intelligenza artificiale generativa segnalo Genie, progetto di Google, che lavora per fare creare all’AI mondi giocabili, partendo da disegni o screenshot di videogiochi preesistenti.