Poesie Elettroniche al Grand Prix Möbius
Il 6 ottobre sarò a Lugano a ritirare la menzione speciale del Grand Prix Möbius, editoria in transizione, per le Poesie Elettroniche. Quest’anno il premio all’editoria non è stato assegnato, ma si è deciso comunque di segnalare le Poesie Elettroniche per la visione “mutante” che ne fa da struttura.
Parleranno di questi cambiamenti editoriali in atto Gino Roncaglia, Massimo Bray e Gualtiero Carraro. Io sfoglierò le poesie digitali e spiegherò brevemente il perché della loro genesi.
Google Text Adventure
Primogenito dalla Svezia mi informa che se si cerca la parola “text adventure” su Google in lingua inglese, ecco, nella console javascript appare una scritta, “Would you like to play a game? (yes/no)” e se si scrive “yes”, nella console inizia una avventura testuale dove interpretiamo la grossa G di Google alla ricerca delle altre lettere scomparse.
Lo riscrivo: nel 2018 cercando Text Adventure su Google si attiva una avventura testuale nascosta dentro alla pagina.
Tale è il segno che sta lasciando la letteratura elettronica.
Pontifex Maximus. Lettura per Genova. I poeti abbracciano la città
Questo pomeriggio alle 17 l’animale bib(h)icante (defunto) sarà alla Stanza della Poesia (Genova, piazza Matteotti) a partecipare al reading collettivo “Pontifex Maximus. Lettura per Genova. I poeti abbracciano la città”.
Ricordo che l’animale Laboratorio Defunto Bib/h/icante è formato da membra mutanti, in questo caso Paola Malaspina, Donald Datti, Gianluca Seimandi e il sottoscritto.
Il testo a cui stiamo lavorando parte dal modello dell’Adone, con la separazione amorosa tra Adone e Venere: l’idea è venuta a Donald Datti perché l’Adone comincia con l’allegoria della tempesta, c’è il venerandiano tema della rosa, poi c’è il dolore della separazione e la morte di Adone, che muore perché un cinghiale innamorato lo morde e lo dissangua (per questo abbiamo insistito sulla circolazione). Ovviamente anche il cinghiale è un tema genovese.
Ma il bib(h)icante non è solo, anzi.
Prima e dopo di noi ci saranno le voci di Norberto Boero, Guido Caserza, Cecilia De Angelis, Antonella Fiori, Marco Fabio Gasperini, Mauro La Luce, Alberto Nocerino, Bruna Pedemonte, Luca Valerio e Augusto de’ Villa.
Siateci, se vi pare.
L’incredibile avventura di…
L’incredibile avventura di Carlo
di Fabrizio Venerandi
Un’avventura mutante alla scoperta delle prime sedici funzioni di Propp. Tocca le parole con fondo giallo per scegliere quella che preferisci. Tocca quelle rosse per scrivere la tua. Clicca su [continua] per vedere dove va a finire la storia per colpa delle tue scelte!
Continue Reading →Similitudini 2018 – venerdì 21 alle 18.30, Jesi
“Finita la pausa estiva, si riparte alla Biblioteca Planettiana di Jesi con il terzo appuntamento della rassegna “Similitudini”, il percorso espositivo multisensioriale che promuove la poesia e le arti, già alla seconda edizione.
Nella Sala Maggiore di Palazzo Signoria verrà presentato lo spettacolo “DIGITALE COME LA POESIA”.
La poesia nell’era digitale tra promozione ed influenze elettroniche.
Valerio Cuccaroni [Nie Wiem _ La punta della lingua], Eugenia Galli e Toi Giordani [Zoopalco Bologna] insieme a Fabrizio Venerandi [Poeta elettronico _ Genova] si interrogheranno su come la poesia, insieme alle altre arti, è stata completamente rivoluzionata dall’avvento della società digitale e dalle mutazioni che questa ha prodotto. Da un lato, la promozione, la divulgazione e il marketing legati al mercato della poesia, l’hanno costretta a misurarsi in modo radicale con le nuove tecnologie. Dall’altro però la poesia viene ancora vissuta come resilienza da poeti che scrivono i propri versi esclusivamente con carta e penna, e alcuni che per scelta non trascrivono digitalmente i propri testi.”
Marmellata d’avventura – The Lontan Posts Show War
The Lontan Posts Show War, a firma LoSmarrito, condivide alcune caratteristiche delle prime due avventure di cui ho parlato, Strada interrotta e Altroquando: è giocabile senza parser tradizionale (si procede per click) e non è una avventura testuale classica, anzi forse più di tutte le altre si presenta come hypertext fiction.
Niente enigmi in senso stretto, ma una narrazione a bivi ambientata nel grottesco mondo dei quiz televisivi. Il racconto inizia con un narratore/telespettatore che gira tra i canali, ma quando arriva l’orario di inizio del quiz, il focus narrativo si sposta dal telespettatore al conduttore del telequiz. Da quel punto in poi, fino alla termine della narrazione (o quasi) il lettore impersona il conduttore: solo sul finale ci sarà un ulteriore cambiamento di ruolo, molto breve, ma che è interessante perché testimonia anche in questa avventura il desiderio di spezzare le pareti dell’interactive fiction, riflettere sui ruoli di lettore/giocatore e – in sostanza – usare il meccanismo delle avventure testuali per fare letteratura interattiva.
Accanto a scelte interessanti come quelle che ho citato sopra e altre ancora, come l’inserto di elementi grafici disturbanti o le reclame all’interno della narrazione, ci sono alcuni aspetti che ho trovato meno riusciti: il tono grottesco usato nella narrazione è spesso sopra le righe, rendendo difficile l’immedesimazione per le cose raccontate e la narrazione a bivi ha diversi momenti piatti, in cui si interagisce solo per continuare a leggere in maniera lineare.
Ecco, penso che un punto importante sia questo: arrivare nel 2018 a criticare, per gli aspetti positivi e negativi, una interactive fiction per lo stile con cui è scritta, per le strumentazioni retoriche utilizzate e per le funzionalità dell’ipertesto. Il gaming puro o la tradizionale cura per gli enigmi ha lasciato posto a una visione letteraria a più ampio respiro.
Ricordo che, come le altre avventure della Marmellata d’Avventura organizzata da OldGamesItalia, anche The Lontan Posts Show War è stata scritta in soli trenta giorni.
AllyDim: il blog
Avevo raccontato qualche tempo fa che ho iniziato a scrivere un videogioco con mio figlio secondogenito. Chi volesse seguire le evoluzioni, qua c’è il suo blog ufficiale.
Cose di carta: Linus
Ho iniziato a comprare Linus quando andavo al liceo e lui era formato tascabile, inizio anni ottanta e poi ho continuato a comprarlo, con una certa continuità nel corso degli anni novanta. Su Linus ho letto la prima recensione di Around The World in A Day e dopo averla letta mi sono comprato la musicassetta, per dire.
Leggevo Dilbert, Calvin, Bloom County, Doonesbury. Trovavo tutto abbastanza folle e divertente. Poi – il tempo passa – e l’impianto era diventato meno coinvolgente e più rassicurante. Troppo. Mi sono reso conto che stavo comprando la rivista per abitudine, che la leggevo in due giorni e la dimenticavo rapidamente.
Ho tenuto i Linus degli anni ottanta, per nostalgia e ho regalato gli altri.
L’anno scorso ero in stazione a Milano e avevo visto Linus, mi ero detto, oh, è un sacco che non lo compro, chissà come è diventato. Lo avevo preso, aperto, sfogliato e avevo avuto questa impressione fredda di tornare negli anni novanta. Tutto sembrava rimasto congelato in una macchina del tempo: i comix, le firme, le strisce. Lo avevo rimesso a posto.
Qualche mese fa ero di nuovo a Milano e lo rivedo, si ripete l’esperimento e questa volta funziona. È davvero cambiato, meno americano, meno striscia, più disegnato. Più fumetto. La regia, ora, era di Igor Tuveri.
Mi aveva colpito, la grafica, l’idea di fornire dati e collocazione temporale dei vari fumetti proposti, la varietà di disegno e la qualità, gli articoli.
Più che il Linus che leggevo negli anni ottanta/novanta, in alcuni momenti mi ricordava le riviste/raccolte di fumetti che leggevo nello stesso periodo: Comic Art, Nova Express, Corto Maltese, Totem Comix (e – immagino – lo stesso AlterLinus che io, per motivi anagrafici, non ho conosciuto in prima battuta).
Quelle riviste mi avevano permesso di scoprire autori che altrimenti non avrei letto e di leggere cose decenni prima che venissero stampate in volumetti monografici. Miller, Moebius, Manara, McKean…
Ho comprato questo nuovo Linus da maggio a settembre, cinque numeri. In cinque numeri alcune speranze avute a maggio sono state disattese, altre no. Parlandone con Marco, un amico fumettista da decenni, gli ho detto che Linus, no, non è la rivista perfetta. Ci sono difetti e scelte discutibili. Articoli riusciti e altri poco convincenti. Alcuni poco utili.
Ma, con Marco, si conveniva, che comunque questo Linus va comprato. Che è comunque una delle poche cose presenti in giro che parlano di fumetti e che pubblicano materiale interessante. Se chiudesse questa linea, sarebbe un peccato. Ogni volta che esce un numero sono curioso di vedere cosa si sono inventati di nuovo, cerco qualche stimolo visivo, salto le cose che non mi servono. E non è poco per una rivista di questo tipo, in questo lunghissimo duemiladiciotto.
Marmellata d’avventura – Strada interrotta
Strada interrotta è una interactive fiction firmata da Druido87 e presentata al concorso Marmellata di avventura qualche mese fa.
La cosa più interessante di Strada interrotta è che non è una avventura testuale e nemmeno una interactive fiction in senso stretto.
Si tratta di una specie di ipertesto/lettura psicanalitica. Il programma inizia con la frase Sei intrappolato in una crisi esistenziale e hai deciso di trovare l’uscita.
e – si scoprirà – alcune parole chiave della frase sono cliccabili o interagibili attraverso il parser. Se si clicca su una di queste parole chiave si approda ad un ulteriore atomo di testo che esplode la semantica della parola cliccata (o osservata, se si usa il parser).
Questo nuovo atomo di testo avrà anche lui parole semantiche che daranno vita ad altri percorsi ramificati. Nel proseguire nell’albero si scoprirà che alcune parole non portano da nessuna parte, mentre altre – di connessione in connessione – riportano in atomi di testo già letti.
Cliccando nella prima frase, ad esempio, su crisi, apparirà il testo: Una crisi è un momento di sofferenza non più sopportabile che ci costringe a cambiare comportamento
. Cliccando a questo punto su sofferenza, si approderà alla successiva esplosione di significato:
La sofferenza è un impulso verso il cambiamento, la sofferenza esiste come realtà instabile, il suo meccanismo agisce per disinnescarsi. Solo qualcosa di diverso dalla sofferenza può ricaricare ogni volta il meccanismo.
«La libertà è inutile se non si è felici. Dunque essere liberi significa poter essere felici?»
E così via, nuove parole saranno toccabili e permetteranno di andare avanti (o di implodere all’indietro).
La sensazione è quella di navigare in sentenze filosofico/psicologiche, cercando di arrivare ad una verità attraverso la scoperta di nuovi concetti e riflessioni interiori.
Pur essendo basato su ipertesti, diversamente da Altroquando, Strada interrotta va scaricato per essere letto.
È chiara la natura sperimentale del lavoro, in stato ancora embrionale per detta dello stesso autore, in qualche modo limitato dal numero di nodi della struttura stessa e dalla non immediatezza del parser (ci sono altri comandi oltre quelli per osservare?). Nonostante questo credo che Strada interrotta sia un lavoro importante all’interno del concorso perché mostra la varietà di lavori di letteratura elettronica che possono nascere oggi a partire dall’antico nucleo delle avventure testuali.
Non più giochi, puzzle-less, in cerca di emancipazione dal parser anni settanta/ottanta, i nuovi autori si confrontano con linguaggi e soluzioni sempre a più ampio respiro. Quella cosa che ai tempi di Flamel era una novità che si credeva made in USA (la creazione di interactive fiction che facessero letteratura e non fossero solo giochi enigmistici), oggi sta lentamente mostrando di essere entrata in circolo e di cercare nuovi media e nuovi lettori pronti a leggerla.
E quella cosa si sta guardando allo specchio e sta scoprendo di essere letteratura elettronica.