I libri elettronici nel 2022

venerandi a Verona

Sono stato qualche giorno fa a tenere una conferenza/laboratorio al Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere presso l’università di Verona. Sotto l’egida di Stefano, mio Virgilio, mi sono mosso in queste architetture veronesi fino alle aule ricavate in uno dei tanti bellissimi edifici storici italiani, riconvertiti alla cultura e alla didattica.

Nella prima parte ho parlato degli ebook, i formati, le speranze che ci sono state sul loro sviluppo, sul supporto e sui possibili panorami per il futuro. Nella seconda abbiamo invece aperto un ebook e analizzato il codice XML, CSS e tutte le altre specifiche con cui sono costruiti gli ePub.

Un po’ di cose mi hanno colpito mentre parlavo: sembrava che fossi entrato in una macchina del tempo e stessi tenendo uno dei corsi di formazione che Quintadicopertina organizzava cinque, dieci anni fa. Il numero degli studenti che leggeva e costruiva ebook era sempre una piccola minoranza e le cose che spiegavo erano, in questi ultimi anni, mutate pochissimo. Dopo l’EPUB3 con le sue sotto-release, il nulla. L’assorbimento di IDPF in W3C non ha prodotto per ora niente di memorabile, il formato DPUB mi pare abbia generato più meet e gruppi di lavoro che risultati utilizzabili praticamente nella produzione e vendita degli ebook. L’EPUB4 è una pagina bianca.

Insomma, il mercato editoriale si è appiattito nel presentare libri elettronici deboli creati con un risibile subset di specifiche di – uh – undici anni fa. Specifiche peraltro mai supportate decentemente dai lettori ebook. E questo è il mercato degli ebook oggi: il porting in digitale di libri pensati per la carta. Il contenitore continua a vincere sul contenuto.

Kentucky route zero

Infatti, nella parte finale del corso, quando ho voluto parlare un po’ di letteratura elettronica, non ho fatto vedere dei libri elettronici, ma dei videogame. Sad but true la letteratura elettronica continua a crescere in luoghi distantissimi da quelli dell’ebook. Le Poesie Elettroniche che avevo scritto quasi sette anni fa, e che speravo potessero far nascere qualche scintilla nel mercato editoriale digitale, rimangono rari nantes in gurgite vasto.

il libro elettronico non è letteratura elettronica

Quando si è trattato di parlare dei possibili sviluppi della lettura digitale ho fatto qualche previsione. Non sono bravo nelle previsioni, quindi ricordatevi di me solo se le ho azzeccate. Oltre all’indicare i videogiochi come nuovo modello artistico per narrazioni mature e culturalmente autonome, ho anche indicato i cambiamenti del mercato e-ink.

Siccome gli ebook non si muovono i dispositivi e-ink risolvono il problema alla radice con la nascita di tablet e-ink, in cui tutto diventa lettura elettronica. Siti, piattaforme, videogame si liberano della luce dell’lcd (o chi per lui) e propongono lo stesso strumento hardware di lettura che ha fondato il mercato degli ebook: l’inchiostro elettronico.

È possibile che alla fine l’ebook si ridurrà a questo: un mp3 dei libri di carta, utilizzato solo per commerciare sacche editoriali piuttosto tradizionali, mentre la lettura massiva in e-ink si sposterà su una pluralità di applicazioni, piattaforme e siti online. Con buona pace degli standard aperti. Harakiri Sayonara.

18. novembre 2022 by fabrizio venerandi
Categories: digitale & analogico, ebook concetti generali, ebook news, EPUB3, videogame | Leave a comment

Recensione a Il meccanismo della forchincastro e Niente di personale

Segnalo, un po’ in ritardo, una lunga intervista che ho rilasciato su Periodico Italiano Magazine, dove parlo de Il Meccanismo della forchincastro e di Niente di personale. Per chi fosse interessato racconto molto della lunga genesi del mio romanzo di fantascienza, della raccolta di poesie e dico anche qualcosa del panorama del mercato ebook oggi.
Su Quaerere invece Gabriele Esposito analizza Niente di personale raccontandone con chiarezza i punti principali. Enjoy!

06. novembre 2022 by fabrizio venerandi
Categories: Il muscolo della poesia | Leave a comment

Europa, tolleranza, razze

[materiali per una UDA sull'identità cristiana dopo l'anno mille]

Le leggi su ebrei, musulmani ed eretici dopo la reconquista spagnola

Dalle leggi di Alfonso X sugli ebrei

Gli ebrei dovrebbero passare la loro vita tra i cristiani in silenzio e senza disordine, praticando i propri riti religiosi e non parlando male della fede di Nostro Signore Gesù Cristo, che i cristiani riconoscono. Inoltre, un ebreo dovrebbe stare molto attento a evitare di predicare o convertire qualsiasi cristiano, al fine di farlo diventare un ebreo, esaltando la propria fede e denigrando la nostra. Chi viola questa legge sarà messo a morte e perderà tutte le sue proprietà.

In passato gli ebrei erano molto onorati e godevano di privilegi sopra tutte le altre razze, poiché solo loro erano chiamati il ​​Popolo di Dio. Ma per la ragione che rinnegarono Colui che li aveva onorati e dato loro privilegi e invece di mostrarGli riverenza Lo umiliò, mettendolo vergognosamente a morte sulla croce, era giusto ed è giusto che, a causa del grande crimine e malvagità che avevano commesso, perdessero gli onori e i privilegi di cui godevano.

Quando un cristiano è così sfortunato da diventare ebreo, ordiniamo che sia messo a morte come se fosse diventato un eretico; e decretiamo che la sua proprietà sarà gestita nello stesso modo in cui abbiamo dichiarato che dovrebbe essere fatta con quella degli eretici.

Molti crimini e cose oltraggiose si verificano tra cristiani ed ebrei perché vivono insieme nelle città e si vestono allo stesso modo; e al fine di evitare le offese e i mali che si verificano per questo motivo, riteniamo appropriato e ordiniamo che tutti gli ebrei, maschi e femmine, che vivono nei nostri domini, portino un segno distintivo sulle loro teste in modo che le persone possano chiaramente riconoscere un ebreo o un’ebrea; e ogni ebreo che non porta un tale marchio, pagherà per ogni volta che sarà trovato senza di esso dieci maravedi d’oro; e se non ha i mezzi per farlo, riceverà dieci frustate per la sua colpa.

Dalle leggi di Alfonso X sui musulmani

Noi decretiamo che tutti i musulmani dovrebbero vivere tra i Cristiani nello stesso modo che abbiamo detto debbano farlo gli ebrei, osservando le loro leggi e non insultando le nostre. I musulmani, comunque, non devono avere moschee nelle città cristiane o fare sacrifici in presenza di persone. Le moschee che avessero posseduto in precedenza appartengono al re.

I cristiani dovrebbero cercare di convertire i musulmani invitandoli a credere la nostra religione con parole dolci e discorsi piacevoli, non con violenza e forza, perché se il signore nostro Dio volesse costringerli, lo farebbe da solo perché ha piena forza per farlo. Ma non è contento se una conversione avviene per paura, ma vuole che avvenga volontariamente e senza costrizioni.

Gli uomini talvolta diventano pazzi e perdono la loro prudenza e la capacità di capire le cose, come conseguenza, queste persone sfortunate perdono la fede di nostro Signore Gesù Cristo e diventano musulmane. Noi ordiniamo che chi sia colpevole di questo peccato perda tutti i suoi possedimenti, tutto quello che ha venga dato ai suoi figli se rimangono nella nostra fede e non vi rinunciano. In aggiunta di questo, se qualcuno che ha fatto questa offesa viene trovato in qualche parte del nostro regno, deve essere messo a morte.

Dalle leggi di Alfonso X sugli eretici

Eresia, in latino, significa una separazione e un eretico deriva il suo nome da questa etimologia perché è separato dalla fede cattolica dei cristiani; e nonostante ci siano diversi tipi di eretici, i principali sono soltanto due. Il primo include tutte le credenze che un uomo ha che non siano d’accordo con la vera fede che la Chiesa di Roma ordina di conoscere e osservare; la seconda include l’incredulità con cui alcuni uomini malvagi e senza fede si divertono: quelli che pensano che l’anima muoia con il corpo, e che un uomo non verrà ricompensato o punito nel prossimo mondo per le cose buone o malvagie che ha compiuto in questo; e quelli che hanno questa opinione sono peggiori che le bestie. Grande danno riceve un paese dagli eretici di ogni specie, per il loro continuo tentativo di corrompere le menti degli uomini e portarli in errore.

Gli eretici possono essere accusati da chiunque davanti a un giudice che lo esaminerà con gli articoli della fede e dei sacramenti, e se sarà scoperto che gli accusati stanno divergendo con quello che dice la chiesa di Roma, allora bisogna cercare di convertirli, con buoni argomenti e parole gentili, e se si riconciliano con la chiesa devono essere perdonati.

Se non hanno il coraggio di abbandonare la loro ostinazione devono essere condannati come eretici, portati davanti a un giudice di legge. Se l’eretico è un predicatore, o quello che è chiamato un “confortatore”, deve essere bruciato vivo. Se non è un predicatore ma soltanto uno che ci credeva, ordiniamo che sia messo a morte nello stesso modo.

Il comportamento dei genovesi nei confronti degli ebrei espulsi dalla Spagna, dopo la reconquista.

Quando l’editto di espulsione venne conosciuto negli altri paesi, vascelli vennero da Genova per portare via gli ebrei. L’equipaggio di questi vascelli, però, si comportò in maniera maliziosa e meschina nei confronti degli ebrei, li derubò e vendette alcuni di loro al famoso pirata di quel tempo che era chiamato il Corsaro di Genova. A quelli che riuscirono a fuggire ed arrivare fino a Genova la popolazione si mostrò priva di pietà, li oppresse e li derubò e la crudeltà di quei cuori malvagi fu così profonda che arrivarono a strappare i bambini dal seno delle loro madri.

Sulla presenza degli schiavi a Venezia, una testimonianza di Petrarca

Recenti sono però quelle [sventure] della Scizia [tra il Danubio e il Don] dalla quale, come per il passato qui venivano ogni anno molte navi cariche di frumento, così vediamo ora molte approdarne piene di schiavi, che gli stessi loro genitori stretti dal bisogno vendono a prezzo. E tu già vedi per le vie di questa bella città vagare errante una turba di servi dell’uno e dell’altro sesso e, come torbido torrente si mesce alle acque di limpido fiume, portare in giro per tutto la bruttura e la deformità della scitica razza; che se ai compratori piacesse come piace agli occhi miei, non s’affollerebbe tale brutta gioventù per queste strette contrade, né rattristerebbe con la sua vista spiscevole il forestiero avvezzo ad aspetti migliori; ma nella petrosa scitica terra da Ovidio descritta carpirebbe coll’unghie e co’ denti l’erba che rara spunta in quel suolo infecondo.

[fonti: Leggi di Alfonso X, estratti e traduzione mia, The Jew in the Medieval World traduzione mia, A Guido Sette, arcivescovo in Genova, di come le cose del mondo vadano di male in peggio, Petrarca]

30. ottobre 2022 by fabrizio venerandi
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Suffragette in Riot nel 1908

Scacchiera di suffragette

Screenshot da Riot

Avevo parlato qualche tempo fa di questo videogioco chiamato Riot, Civil Unrest (2017) di Leonard Menchiari che simula gli scontri in piazza tra antagonisti e forze dell’ordine. Si tratta di una simulazione che ho mostrato spesso in classe e nei laboratori di letteratronica, perché è un esempio importante di come il videogioco possa essere utilizzato per conoscere le ragioni degli scontri di piazza avvenuti negli scorsi decenni, entrare a contatto con avvenimenti di storia contemporanea rivivendone le fasi di conflitto.

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È quindi con una certa sorpresa che qualche giorno fa ho scoperto, in un thread su Mastodon, dell’esistenza di un inaspettato antenato di Riot, Civil Unrest.
Sto parlando di Suffragetto, un gioco in scatola del 1908~ che racconta gli scontri in piazza tra polizia e suffragette: così erano chiamate le donne che all’inizio del secolo si battevano per il diritto di voto femminile.

Il gioco è un invenzione del Women’s Social and Political Union ed è giocabile da due giocatori. Il primo muoverà le suffragette che dovranno cercare di evitare la polizia, entrare nel House of Commons per fare valere i propri diritti e contemporaneamente evitare che la polizia entri nell’Albert Hall disperdendo con la forza le donne. Il secondo giocatore muoverà la polizia che avrà ovviamente il compito opposto.

Scacchiera di suffragette

Se la polizia blocca una suffragetta, questa può essere presa e portata in carcere. Di contro la suffragetta può mandare un poliziotto in ospedale usando tecniche di Jiu-Jitsu (!). Vince chi per primo fa entrare sei pedine nella zona protetta dagli avversari.

Se siete interessati a rivivere il gioco nel 2022, potete comperarlo o stamparlo gratuitamente da questo sito.
Penso che possa essere un gioco da portare in classe e fare giocare ai ragazzi di quinta, non tanto per i concetti espressi dal gioco, ma perché credo sia importante mostrare come alcune grandi lotte per i diritti sociali siano passate anche attraverso la simulazione, il gioco e il divertimento. Giocare è fare politica, e serve per discutere e fare circolare informazione.

Da secoli.

06. luglio 2022 by fabrizio venerandi
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Sappiamo troppe cose del mondo

Sappiamo troppe cose del mondo, troppo in fretta e per troppo poco tempo. Sono lì seduto che metto il like a questa notizia del terremoto in Afganistan, zone in cui nemmeno arrivano i soccorsi, centinaia di morti, vado a cercarmi le fonti e intanto passa uno a chiedere soldi ai tavolini del bar, io scuoto la testa, non ho spiccioli, quello mi mostra un foglietto che guardo appena, scuoto ancora la testa, se ne va.

Dopo un po’ realizzo che sul foglietto c’era scritto che era un profugo afgano che aveva fame e io resto a fissare il cellulare e il mio like e alzo la testa ed è sparito, riabbasso, anche la notizia è scivolata via nel flusso. E mi sento stronzo. Mi sento morto. Inconsistente nella storia del mondo.
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27. giugno 2022 by fabrizio venerandi
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Verbale di maturità

Comunque ieri sono entrato a scuola alle sette e venti del mattino, ho stampato le griglie di valutazione, mi sono seduto con gli altri della commissione e ho corretto le prime prove d’esame ininterrottamente per undici ore. Una pausa per mangiare un pezzo di farinata portato da una collega, due per andare in bagno, una perché mi girava la testa.
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27. giugno 2022 by fabrizio venerandi
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ELC 4

screenshot dall'ELC4

screenshot dall'ELC4

È appena uscito il quarto volume dell’Electronic Literature Collection. 132 lavori in creative commons di autori da 42 nazioni in 31 lingue, tutti accessibili gratuitamente.

Dentro c’è una nuova versione dell’EPUB3 di Poesie Elettroniche, chiamata ‘ELO edition’, che contiene una selezione delle poesie del 2016 e una serie di nuove liriche digitali e interattive.

Personalmente sono contento che questo lavoro in particolare venga conservato nell’archivio della Electronic Literature Organization e che possa propagare nuove idee di fare letteratura elettronica.

Nelle prossime settimane inizierò a guardare gli altri 131 lavori e ne scriverò certamente qua.

Spread the voice.

03. giugno 2022 by fabrizio venerandi
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Diario di Diaries of a Spaceport Janitor

Screenshot dal Diaries of a Spaceport Janitor

Screenshot dal Diaries of a Spaceport Janitor

Caro Diario

mi è presa la scimmia di Diaries of a Spaceport Janitor, in pratica sono una specie di spazzina su una base spaziale, e – andando sottoterra – sono stato oggetto di una maleficio e sono seguito perennemente da un teschio, tranne quando salgo su una ziggurat e vivo in questo micromondo pieno di alieni che commerciano, girano, sporcano e io pulisco.
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02. giugno 2022 by fabrizio venerandi
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Presentazione a Genova di PÈCMÉN e Il meccanismo della forchincastro

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Giovedì 19 maggio 2022, ore 18:30, presso Easy Design Corner (piazza Negri 4r), presenterò i miei ultimi due romanzi, PÈCMÉN e Il meccanismo della forchincastro. Racconterò un po’ perché li ho scritti, come ho fatto e perché quello che sembra che parli del futuro parli in realtà del passato e quello che sembra parlare del passato parli invece del futuro. Dirò del cose sul tempo e sulla memoria. Succederanno poi le tipiche cose che succedono durante le presentazioni dei libri a Genova.
Ai presenti sarà offerta, alla fine della presentazione, comprensione e mestizia.

Sarà possibile ottenere copie dei due libri utilizzando le normali modalità per la compravendita di beni di consumo. Forse ci saranno anche copie di Niente di personale. Vi aspetto.

18. maggio 2022 by fabrizio venerandi
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Niente di personale su La balena bianca

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Segnalo che Roberto Batisti ha scritto su La balena bianca una recensione del mio ultimo libro di poesie acreative, Niente di Personale. La recensione è molto puntuale e generosa.

C’è un punto che mi ha interessato, forse uno dei più critici nei confronti del mio lavoro:

In un mondo di digital humanities, quella di Venerandi (e di Perrin) può sembrare la parodia di certa critica neopositivistica che fa analisi lessicostatistiche sui corpora. Ma, come nota Julian Barnes a proposito della fatica di Perrin, si tratta di un’operazione «vaguely witty, yet mind-numbingly useless», perché, a differenza degli indici effettivamente concepiti come strumenti di lavoro per gli studiosi, omette i luoghi testuali: possiamo imparare che Flaubert usa ecchymoses una volta in tutta la Bovary, e adultère(s) undici volte, ma non dove li usa; Venerandi ci insegna che nel poema dantesco abbiamo un pelato e due Argo – ma dove?

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È vero, è useless sapere che c’è un solo pelato all’interno della Commedia. Non voglio qua rispondere alla critica di Roberto Batisti, quando ragionarci sopra. È possibile creare un Words from the afterlife che comprenda anche le coordinate spaziali di ogni singolo lemma, permettendo virtualmente di ripristinare la versione originale?

In realtà sì, ed è anche piuttosto semplice. È sufficiente scrivere un piccolo script che prenda i versi della Commedia uno a uno, li splitti in singoli lemmi e inserisca questi ultimi in una lista memorizzando per ogni singolo lemma anche il numero della cantica, il numero del canto, il numero del verso e la posizione ordinale della parola all’interno del verso. Poi si potrebbe riposizionarli in ordine alfabetico specificando anche la posizione di partenza, qualcosa del tipo:

città [1,1,126,7] città [1,1,128,5] città [1,3,1,8] …

In questo modo ogni singolo lemma o segno grafico avrebbe le sue coordinate spaziali che potrebbero permettere ad un lettore (o al suo codice) di riscrivere la Commedia a ritroso, partendo dalle sue parti per ottenere di nuovo l’insieme originario.

Ma – a questo punto – perché ricostruirla come era in origine? Sarebbe più sfidante creare un algoritmo che prenda le parole della Commedia di Dante e ne scriva una diversa. Uno script che sia in grado di costruire nuovi endecasillabi in terzine a rima incatenata a partire dai lemmi e dai segni grafici dell’originale dantesco.

Una nuova cattedrale intimamente fake, divisa nelle tre cantiche, nei cento canti, ma ugualmente useless perché (molto facilmente) nonsense.

Have fun.

17. maggio 2022 by fabrizio venerandi
Categories: digitale & analogico, Il muscolo della poesia, Pagine di letteratura elettronica | Leave a comment

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