Polistorie e nuove narrazioni digitali

Schema di una polistoria Tra le cose che faccio per quintadicopertina c’è la collana Polistorie, una delle rare collane di narrativa interattiva/non lineare le cui opere ricadono interamente nell’‪‎electronic literature‬. In questi primi cinque anni abbiamo pubblicato cinque titoli: Locusta Temporis, Chi ha ucciso David Crane?, Verrà Harry Potter e avrà i tuoi occhi, Cuore à la coque, Il segreto dell’ultimo. Cinque titoli in cinque anni possono sembrare pochi, ma sono indice della difficoltà di scrivere interactive fiction e hypertext fiction di qualità e anche della non immediata permeabilità dei lettori di fronte a opere che richiedono interazione per essere lette e che – in molti casi – si concludono con letture parziali del testo. C’è un lavoro di alfabetizzazione digitale in campo narrativo non sperimentale che è ancora tutto da fare, ma il continuo interesse per i titoli della collana, ancora a cinque anni dall’uscita dei primi, mostra che non si tratta di una operazione velleitaria. L’onda lunga ha permesso ai primi tre titoli del 2010 a superare da tempo il migliaio complessivo di copie vendute: numero non ancora soddisfacente, ma per alcuni aspetti importante. Nel 2014 non è uscito nessun nuovo titolo nelle Polistorie: non disinteresse ma una riflessione sui nuovi formati e sulla fruizione di testi al di là della lettura non lineare. Nel 2015 ci saranno auspicabilmente tre nuove uscite nella collana: la prima è l’edizione Locusta Migratoria di Locusta Temporis. Si tratta di una versione che sfrutta le istruzioni di lettura non lineare di ePub2 per accentuare l’immersione nella storia di Colombini. In questa versione non si potrà letteralmente girare pagina, ma si leggerà soltanto per navigazione ipertestuale. Questa versione funzionerà solo sul lettore ebook Menestrello di ReadBeyond, un prodotto italiano da seguire con attenzione e la cui implementazione spero trovi aiuti e finanziamenti adeguati. Il secondo titolo arriverà questa estate. Ci stiamo lavorando da un anno e mezzo, ma La grande enciclopedia dei luoghi inesistenti sta finalmente prendendo forma. Si tratta di un’opera monstre in cui il lettore potrà perdersi e navigare in luoghi che non esistono. Sarà anche un’opera che non è quello che sembra, o almeno non solo. E sarà un’opera che uscirà letteralmente dal digitale per entrare nella vita reale. Il terzo ebook è in realtà già pronto e finito, ma non so se uscirà mai. Un EPUB3 che cambia nel tempo la cui progettazione è, da un certo punto di vista, quasi cinquantennale. Ma di questo terzo testo, per scaramanzia, preferisco per ora non parlare. È un progetto a cui tenevo da tempo e che solo recentemente sono riuscito a programmare (strange but true: gli ebook si programmano). Perché continuare a lavorare a una collana che richiede tanto lavoro per essere prodotta? Posso dire che non credo che le Polistorie siano il futuro del libro o il futuro della lettura, espressioni che si leggono spesso in rete e che vogliono dire poco o niente, soprattutto in un mondo, quello digitale, che dalla parola stampata si è svincolato ormai da decenni. Anzi, forse è proprio perché ci sono molti cambiamenti in atto nella fruizione (e nella creazione) di una novella che è necessario avere una collana che vada a presentare opere compiute ed omogenee che iper-novellano (ricordando però che – proprio nel digitale – compiutezza ed omogeneità sono elementi non esclusivi di una narrazione non lineare), mostrando forme di trasmissione di racconto che non si limitino al romanzo tradizionale. Di nuovo: perché? Cos’ha il romanzo che non va bene? Niente, ovviamente, ma il romanzo non può dire tutto. Non è una forma nata nella notte dei tempi e rimasta immutata nei secoli. Il romanzo non c’era, c’è stato ad un certo punto, è cambiato nel corso del tempo e cambierà ancora. Amo il romanzo, ma ci sono cose che gli sono interdette. Modalità di interazione con il lettore che vanno oltre la sua forma. Non è un caso che nel novecento e nel nuovo millennio si vedano così tanti sforzi per arrivare ai suoi limiti fisici, che si cerchi di superarlo, di stracciarlo, di stravolgerne i meccanismi. La narrazione digitale è il punto e accapo di un’esigenza espressiva che nasce ancora prima, tra le ostinate pagine dei libri.

02. febbraio 2015 by fabrizio venerandi
Categories: ebook concetti generali, Interactive Fiction | Leave a comment

Leave a Reply

Required fields are marked *