La colpa è comunque degli studenti
Ad alcuni colleghi che mi dicevano che non dobbiamo accettare su Meet alunni senza account scolastico e che gli studenti devono tenere la webcam accesa sempre perché altrimenti chissà cosa fanno, alla fine ho detto cosa ne penso della cosa, ovvero che IMHO questa didattica digitale non è digitale.
Che attuare la stessa sorveglianza che abbiamo in classe, a distanza, è un grosso abbaglio didattico.
Abbiamo trasportato la lezione frontale da una stanza chiusa a un canale per fare meeting d’ufficio, tenendo le stesse tempistiche dell’orario scolastico, anche quando non ce ne sarebbe nessuna necessità.
Il digitale funziona diverso.
Io mi metto ogni tanto nei panni di uno studente che si sveglia alle otto meno dieci, si siede con uno smartphone davanti e poi resta a sentire una voce in low-fi che parla a scatti per sei ore di seguito. E a guardare un video con una faccia in primo piano che parla a scatti.
Sei ore.
Io quando seguo i corsi di Coursera, da studente, dopo tre ore sono alla frutta, ho bisogno di staccare, rilassarmi e riprendere più tardi e parlo di corsi in asincrono con esercizi, interruzioni, audio perfetto, che seguo con un portatile di fascia medio alta.
Figurati questi qua che ci devono stare dietro con connessioni alla sperindio, cellulari Android che collassano dopo tre/quattro ore perché non sono certo nati per fare videoconferenze per tempi così lunghi o il disagio di chi dovrebbe farmi i compiti di italiano con la tastierina dello smartphone e l’autocorrezione di Android.
Si finge che la scuola italiana abbia dato a ogni studente un notebook adatto per la connessione e la didattica digitale, che ogni scuola abbia una gestione ineccepibile delle mail scolastiche e del supporto a distanza, che ogni appartamento abbia connessioni di rete a banda larga.
Anzi, si pretende che gli studenti partecipino a questa finzione collettiva, pena l’accusa automatica che siano loro in colpa, che non ne abbiano voglia, che ci marcino sopra.
Che poi, anche fosse, è nella natura dell’uomo farlo. Semmai dovremmo meravigliarci che così tanti non lo facciano.