Usare e-ink senza leggere ebook
Recentemente in uno dei corsi di letteratura elettronica è emersa una domanda che di tanto in tanto ancora appare in gruppi di lettura e di auto-aiuto in genere: ma perché fare/leggere ebook su e-ink?
Questa domanda la metto vicino allo scetticismo che vedo negli occhi delle persone con cui parlo quando racconto il mio interesse per fare o vedere video o animazioni in e-ink.
C’è un giudizio, comprensibilissimo per chi mi conosce, di voler fare una sorta di bastian contrario e di voler utilizzare strumenti che sono nati per una cosa ben determinata, sostanzialmente leggere pagine statiche, utilizzarli, dicevo, per fargli fare cose completamente diverse.
Perché in questi giorni sto aspettando l’arrivo di un curioso tablet e-ink, invece di prendere un normale tablet lcd?
C’è sicuramente un desiderio nerd di provare a fare cose che “non si potrebbero fare” e vedere cosa succede: scrivere con una tastiera meccanica, leggere il giornale, giocare a nethack, ascoltare musica in bluetooth, programmare usando uno schermo e-ink.
Ma la risposta completa è che questa tecnologia, e-ink, che è ancora molto molto lontana dall’essere perfetta, continua ad entusiasmarmi nei suoi piccoli, faticosi passi in avanti.
E non si tratta soltanto degli ebook: leggere in ebook, per me oggi è l’unico modo per leggere – in digitale – testi complessi ed avere letture continuative nel tempo, lo dico senza vergogna. Ho affrontato moli di testo in e-ink che su un normale lcd non avrei nemmeno preso in considerazione. In queste settimane ho dovuto leggere, per un corso di storia che sto seguendo online, molti documenti su lcd ed è stata una sofferenza. Per me, e ripeto, per me, leggere su e-ink è una lettura digitale che non ha niente a che vedere con quella abituale su schermo lcd.
Ma questa è solo metà della verità: la seconda metà è che sono dannatamente curioso di capire cosa cambierà in tutto il resto.
Utilizziamo abitualmente da anni media culturali, artistici e di divertimento che sono fondati sulla luce. Cinema, videogiochi, programmazione, scrittura digitale, video, animazioni: possiamo fruire di questo mondo mutante e in movimento solo e unicamente grazie alla luce. Si tratta di una scelta tecnologica che nel corso degli anni si è affinata, pulita, migliorata: dal frame-rate ai ppi, alla luminosità adattiva. Si è evoluta in maniera incredibile, ma continua a essere basata su un gioco di lampade: una luce che ci arriva spesso diretta negli occhi e che – se spenta – annulla il media.
Ora, l’e-ink è uno strumento che condivide gli stessi ambienti del digitale tradizionale, crea testi, immagini e cerca di metterle anche in movimento.
È qui una parte della mia curiosità: come cambierà (e come cambia già oggi) la percezione che abbiamo di media tradizionali, quando questi ci arriveranno con immagini statiche, non luminose, in movimento? Cosa cambierà nel cinema quando non vedremo un film, ma l’equivalente digitale di milioni di fotografie cartacee, spente, in successione?
Come cambierà l’utilizzo del computer quando lo utilizzeremo davanti a uno schermo di inchiostro elettronico invece che lo sfavillare di uno schermo luminoso? Quanto cambieranno i nostri tempi, la nostra capacità di dare attenzione e di seguire contenuti nel tempo quando cambierà anche lo strumento, il media, che ci presenta questi contenuti dinamici?
Potrebbe non cambiare niente, ma non credo. Penso che uno strumento che ci restituisce il digitale in maniera così radicalmente diversa, cambierà anche il nostro modo di rapportarci con la macchina, il nostro modo di abitare e manipolare le informazioni che ci sono dentro.