Il 2021 non sarà l’anno degli ebook
Altre considerazioni personali sul libro digitale e sull’approccio a contenuti in rete (in questo caso i moodle di Coursera) con uno strumento che utilizza caratteristiche ibride come un tablet e-ink.
Sono arrivato all’ultima settimana di un corso Coursera sulla Spagna medievale e sulla coesistenza tra ebrei, arabi e cristiani. Il corso – ad essere onesti – mi ha interessato più per le metodologie usate che per i contenuti che ho trovato discontinui. In questo caso la quinta settimana propone quattro reperti storici.
I reperti, un piatto con le insegne di Blanche di Navarra, l’editto di espulsione degli ebrei, una canzone medievale e materiali tessuti, architettonici e poetici di origine islamica in Alhambra sono presentati nella loro forma originale (immagini, musica, testo), come fonti primarie, e poi accompagnati da diverse fonti secondarie: articoli e studi sui reperti stessi.
L’idea è che lo studente guardi, ascolti e legga i reperti, le documentazioni aggregate e poi scriva un documento che rifletta su uno dei reperti. Correzione tra pari, ovviamente. A livello di studio e didattico è qualcosa di interessante e stimolante.
Ora: mentre leggevo in e-ink le pagine web in cui i reperti sono presentati, ascoltavo il brano musicale medievale, aprivo i pdf allegati con le critiche e gli studi, prendendo appunti con lo stilo, ecco, mi chiedevo se quello che stavo facendo fosse una “lettura” digitale che era stata pensata e viveva al di fuori della forma ebook.
Se la mancata realizzazione del prodotto ebook, inteso come oggetto nativo digitale, si fosse spostato dal formato all’hardware.
Quello che non posso fare con un ebook reader tradizionale e un EPUB, per vari motivi di mercato e di miopia tecnologica, riesco a farle in un modo non formalizzato, mettendo a monte del processo il mezzo nato per leggere gli ebook, ma utilizzato per “leggere” digitale e non ebook.
Non è una affermazione la mia, quanto una considerazione: nel momento in cui accedo a un contenuto web con uno strumento nato per leggere come l’e-ink, navigo tra contenuti coerenti, mi sposto tra diversi media, musica, immagini, video, scrivo mie note e termino compiti inviandoli per la correzione, correggo compiti dei miei pari, sempre utilizzando un “ebook reader”, non sto forse “leggendo/facendo in digitale”, davvero in digitale, un qualcosa che il mercato non è riuscito a fornirmi in un formato chiuso?
L’impressione che sto avendo è che un tablet e-ink, utilizzato per fruire contenuti di questo tipo, tenti di risolvere a monte il problema che a valle pare non avere trovato una soluzione: l’accesso a pubblicazioni native digitali. Dove queste pubblicazioni non si presentano come oggetto digitale autonomo, ma come aggregazione di diversi formati (jpg, mp3, pdf, html) tenute insieme da una piattaforma online.
Il modo e il tempo con cui accedo questi contenuti non è quello di una normale navigazione web: resto più a lungo sulle pagine, quando scarico un pdf di decine e decine di pagine, mi sposto su quello e interrompo la navigazione per leggerlo davvero, sottolinearlo, prendere appunti. Uso il web, ma lo uso con i tempi e le metodologie con le quali userei un ebook nativo digitale, ce ne fossero.
Non credo che sia davvero una risposta all’ebook, ma certamente utilizzare la rete come se fosse un “grosso ebook” fa nascere domande, rende palesi limiti e indica forse possibili modelli di sviluppo.