Onyx M96 Universe: una recensione. Terza parte
Il tablet
Il giro di boa dell’Onyx M96 è sicuramente l’apertura alle funzionalità Android e la possibilità di installare applicazioni di terze parti tramite Google Play. L’interfaccia presenta infatti un’icona Apps che porta alla lista delle applicazioni pre-installate: browser, calcolatrice, calendario, programma di posta elettronica, Play Store, Orologio e altre piccole applicazioni software. Play Store appunto. Questo significa in pratica che l’ebook reader M96, come già il T68, è in realtà un tablet e-ink. Qui ci sono due doverose precisazioni da fare: a) nessuna delle applicazioni distribuite da Play Store è stata pensata per un tablet e-ink. Questo significa che molte di esse semplicemente non saranno utilizzabili, o offriranno una user experience inefficace e scomoda; b) a cascata questo significa che le funzionalità tablet di M96 sono di fatto circoscritte dai limiti hardware dello stesso. Pensare di acquistare un M96 pensando di sostituire il proprio tablet android potrebbe non essere una buona idea.
Dopo questi necessari caveat è giusto anche dire che rispetto ad un normale reader e-ink, le funzionalità tablet che si possono già ora toccare con mano sono davvero molto interessanti. Sul versante ebook è possibile installare applicazioni per EPUB3, come Menestrello o Gitden Reader, e vedere che molte cose EPUB3 only funzionano molto bene in e-ink. Non i video o le animazioni che in e-ink soffrono il bassissimo refresh, ma tecnologie come il media overlay, o le interazioni javascript con testo sono già ora sostenibili in e-ink. {E qui si potrebbe aprire un interessante capitolo per quelle che potrebbero essere le linee guida di una sostenibilità EPUB3, ovvero cosa può strutturalmente identificare una lettura digitale, al di là dell’inserimento di qualche video all’interno del testo}. E poi ci sono le applicazioni: ho installato un porting android di Openoffice, diversi ebook reader, un interprete Python, un programma di connessione ssh, un programma di calcolo via scritta manuale (MyScript Calculator), un gestore eventi come Evernote, un text-editor per programmatori chiamato Quoda, un gestore Facebook, Vector Artist, un programma per disegno vettoriale e altre piccole cosette. Tutte queste cose, con qualche limite qua e là, funzionano in e-ink. Alcune cose meno bene (il porting Openoffice), altre decisamente meglio (il browser, Evernote, MyScript Calculator o Quoda). Meno animazioni, transizioni, colori ci sono, meglio l’applicazione rende in e-ink, perché si limitano gli effetti di ghosting, le macchie residue, i cattivi contrasti a livelli di grigio, il refresh. Leggere in ebook un testo su Javascript, selezionare parte del codice, copiarlo, passare a Quoda, incollarlo ed eseguirlo immediatamente nel browser integrato, tutto in e-ink, fa una certa impressione e fa anche riflettere su cosa possa voler dire oggi didattica in digitale. È vero che tutte queste cose si possono fare più rapidamente e meglio con un generico tablet android LCD da cento euro. È anche vero che vederle in e-ink è diverso. Se l’e-ink è stato uno dei fattori di transizione dalla carta alla lettura digitale, perché per molti (non per tutti) leggere su e-ink è sopportabile mentre leggere su LCD no, resta inesplorato tutto il resto. Che effetto fa scrivere, editare, programmare, disegnare con una tecnologia non-LCD? L’M96 è da questo punto di vista un prodotto d’avanguardia, perché permette di giocare con ambiti che sono ancora ben lontani dall’essere studiati e definiti.