2022: fuga da Twitter
Ieri su livellosegreto, un’istanza mastodon italiana che frequento, è successa una cosa curiosa, ma interessante. Di botto sono arrivati più di millecinquecento utenti Twitter in fuga dal social network di Elon Musk, un esodo piuttosto incontrollato di persone che non avevano molta idea di dove fossero. Livellosegreto, che è un’istanza non generalista creata e gestita da Kenobit, è stata – forse per la prima volta – messa alla prova.
Ovvero: che succede a un social network che non ha bolle, algoritmi, sistemi di controllo, quando viene immessa una grande quantità di contenuti disomogenei che non tengono conto della comunità in cui stanno entrando? Inizialmente, il caos.
Da un lato centinaia di messaggi di persone che non capivano i meccanismi del social in cui erano o che – peggio – provavano a replicare quelli di Twitter, linkando contenuti e video di cose che non avevano niente a che fare con livellosegreto (ad esempio quelli sul Grande Fratello, il reality tv). Dall’altra i vecchi utenti che cercavano di informare, veicolare questa massa di persone, a volte con benevolenza, a volte con fastidio e insofferenza. Nel mezzo il server, sovraccarico, di tanto in tanto crollava. Il clima a volte si innervosiva, da una parte e dall’altra, tra spam massivi e prove di trollaggio.
Quello che mi è parso è che mastodon abbia sofferto un ingresso incontrollato di utenti abituati a dare in pasto agli algoritmi dei social generalisti qualunque cosa venga in mente. Certe attenzioni anni ottanta e novanta, come la netiquette o l’idea di pensare a istanze locali, tematiche, gestite da persone umane e non da software che ci mostrano o ci nascondono contenuti a seconda della profilazione che viene fatta su di noi, sono del tutto sconosciute a una fetta grossa degli utenti dei social network che non hanno mai vissuto le esperienze dei social precedenti a Facebook: BBS, Usenet, Forum. Ad un certo punto ho visto diversi messaggi di nuovi utenti che si lamentavano di essere trattati male appena entrati “in questa App”. Era chiaro che si trattava di una utenza inesperta che usa i social senza avere idea di come siano strutturati.
La risposta di Kenobit, arrivata oggi in una serie di messaggi, è chiara: non c’è interesse ad aumentare le utenze in questo modo, con migliaia di nuovi utenti che riprodurebbero le modalità tossiche dei social come Twitter e Facebook. Quindi l’accesso al social viene moderato, con ingressi controllati uno a uno, facendo bene capire ad ogni persona l’ambiente in cui vorrebbero entrare, gli argomenti di discussione caratterizzanti e quelli invece inappropriati.
Funzionerà? Non lo so. Certamente la giornata di ieri ha mostrato l’impatto forte dello sciame digitale, i rischi di shitstorming, le aggregazioni tossiche ma anche l’evidente ricerca di luoghi altri rispetto ai colossi dai piedi d’argilla, come spesso accade alle estremità di queste deità imprenditoriali.