Giocando a Disco Elysium
Dopo che me lo avevano consigliato praticamente tutti (ultimo, il buon Enrico Colombini), ho deciso di giocare a Disco Elysium, un open world role playing game
con una forte componente narrativa. Me ne ero tenuto a distanza in precedenza perché non esiste localizzazione in italiano e l’inglese – dicevano i giocatori – era piuttosto complesso. Effettivamente è vero. Per fortuna ho trovato in rete una traduzione grossolana in italiano fatta da appassionati che mi ha salvato: con una combinazione di tasti è possibile passare da una lingua all’altra. Non so chi abbia fatto la traduzione, ma sia benedetto.
In genere in realtà gioco in inglese e di tanto in tanto passo all’italiano per tradurre le parti che mi creano difficoltà. Doppio sforzo che faccio volentieri, sia perché – appunto – la traduzione in italiano è funzionale ma non molto raffinata dal punto di vista letterario, sia perché il gioco ha le voci dei narratori in inglese che sono una delizia. Un lavoro di interpretazione dei personaggi davvero incredibile. Il piacere del suono della voce off, dei commenti, la fortissima accentazione dei diversi personaggi che dà l’idea del confuso e conflittuale melting pot in cui si svolge l’azione.
Eh sì, poi c’è l’azione. Un noir tossico ambientato in un mondo alternativo, con un profumo vagamente steampunk. Un uomo linciato durante uno sciopero in piazza e noi alla ricerca del colpevole. Ma in realtà il viaggio è doppio: all’esterno raccogliamo indizi per capire cosa è successo, all’interno scaviamo nella nostra psiche sfondata, persi in un post-sbornia radicale e violento che ha cancellato la nostra memoria.
Tanto tanto testo, dialoghi fitti e non banali, termini diretti e scene – spesso anche solo raccontate – adulte e dure. Un vero e proprio romanzo distribuito in videogame. Distribuito intendo costruito facendo in modo che la narrazione sia distribuita all’interno della timeline narrativa, nelle interazioni, nella risoluzione degli enigmi.
Il linguaggio, i personaggi, i temi trattati, la modalità di gioco di ruolo incastonata in una storia dal plot fortissimo, lo rendono davvero un prodotto imprescindibile per chi si occupi di letteratura elettronica. O per chi ama il bello, l’invenzione, l’intelligenza, fate voi.
Non l’ho ancora finito, sono a circa venti ore di gioco e spero mi accompagni ancora a lungo.