Sullo prendere note in digitale
Come prendere appunti quando si legge un libro digitale? Una delle critiche che spesso si rivolgono agli ebook è quella di non poter essere annotabili, critica che – con l’uscita di tablet e-ink di grandi dimensioni e muniti di pennino – va pesantemente rivista. In questo post vorrei prendere in analisi le attività di annotazione, facendo alcune distinzioni e alcune considerazioni.
La prima distinzione è tra annotazione analogica e digitale. Per annotazione analogica intendo la riproduzione, su device digitali, della metodologia di annotazione che si ha naturalmente nei libri di carta. Su questa mi focalizzerò in questo post. Per annotazione digitale intendo invece un tipo di annotazione che è nativa digitale, che va a lavorare sul testo di base in due maniere diverse:
- riproducendo la normale annotazione analogica, ma formalizzandola con strumenti informatici;
- che propone modalità di annotazione che sarebbero impossibili su carta.
In genere l’annotazione digitale che riproduce quella analogica si limita a sottolineare o evidenziare il testo base. Toccando una parola questa viene evidenziata e trascinando il dito (o il pennino) lungo il testo la porzione scelta può accogliere la formattazione scelta dall’utente/lettore: sottolineare, evidenziare. Spesso durante questa operazione è possibile fare operazioni “native digitali”, come associare note scritte al testo, cercarlo su internet, copiarlo, cercare una traduzione, condividerlo in rete.
Qui è bene sottolineare una cosa: tutto questo avviene a discrezione del programma di lettura che stiamo utilizzando. Non esiste al momento nessuno standard di annotazione formalizzato quindi ogni programma gestisce le annotazioni in modalità proprietaria. Questo limite viene sfruttato dalle diverse piattaforme di letture per tenere ancorati i lettori al proprio formato: se passo ad un altro device, che magari usa un formato diverso per gestire gli ebook, tutte le annotazioni vengono perse.
Esistono anche applicativi che su questo aspetto stanno lavorando in maniera intensiva, come Marginnote, che affiancano alla zona di lettura strumenti per la creazione di appunti e di mappe logiche. Si tratta di un settore interessante anche se – ad oggi – le applicazioni di questo tipo sono relativamente poche e spesso vincolate a una sola piattaforma (Marginnote – al momento – è solo per iOs). Non avendo mai avuto modo di provarle, non le tratterò in questo post.
Una cosa che contraddistingue gli strumenti di annotazione digitale dei normali programmi di lettura ebook, a mio parere, è che sono tutti poco funzionali. Il sistema promiscuo tocco/selezione, la divisione in step che portano alla fine a una annotazione, la “sparizione” delle note dal corpo principale del testo, rendono l’annotazione digitale su ebook molto meno efficace di quella analogica su un libro di carta. Il semplice gesto di sottolineare una frase, che su carta costa pochi istanti, in digitale diventa un macchinoso processo di selezione, pausa, trascinamento focus, attesa apparizione pop-up, selezione del tipo di annotazione.
A questo si aggiunge il fatto che le annotazioni che si possono formalizzare in digitale sono poche: sottolineare, evidenziare.
Questo rende le annotazioni analogiche in digitale di un certo interesse: modelli come gli Onyx Note o Remarkable permettono di annotare con pennino testi in PDF (quindi fixed) ma anche testi reflow, come EPUB.
Tutte queste annotazioni analogiche in digitale sono stupide. Mentre con le annotazioni “native digitali” noi stiamo informando del computer che una particolare porzione di testo del libro è annotata, o evidenziata (e quindi – per dire – può essere esportata assieme a tutte le altre annotazioni), con le annotazioni analogiche in digitale noi stiamo semplicemente “sporcando” la pagina con segni che hanno senso per noi che li leggiamo, ma sono incomprensibili per il computer. Sono talmente incomprensibili che se proviamo a variare font, margini e dimensioni dello schermo del nostro ebook, obbligando l’applicazione a reimpaginarlo, le annotazioni prese a mano spariranno, o finiranno in porzioni di testo fuori contesto. Non essendo davvero digitali, non avendo un senso in digitale, il computer non può lavorarci in maniera logica:
In questa immagine, ad esempio, le annotazioni di un ePub prese in visualizzazione portrait diventano inutilizzabili se lo stesso viene aperto in modalità landscape: il computer non sa davvero cosa significano, e quindi non può gestirle.
Mi sono chiesto se è in che misura le annotazioni a mano libera potrebbero essere formalizzate per un programma di lettura e studio di testi digitali reflow e per farlo ho analizzato il tipo di annotazioni che naturalmente utilizzo quando studio un ebook. Non ci sono standard in questo senso, credo che ogni persona abbia dei propri metodi di annotazione a mano libera, anche molto diversi da questi. Questo quindi non vuole essere un “manuale” di annotazione a mano libera, ma solo una breve riflessione sulla mia esperienza di studioso e sulla eventuale digitalizzazione che questi gesti potrebbero avere.
Il primo gesto, più semplice, è la sottolineatura:
Questo potrebbe essere facilmente intercettato da un software: una riga continua posta al di sotto di un paragrafo indica la selezione del testo sovrastante. Reimpaginando l’ebook il programma potrebbe mantenere il segno di sottolineato dell’autore.
Un altro tipo di selezione, molto semplice, ma che ho visto gestita in digitale in pochissime applicazioni, è la selezione a margine:
In questo caso la selezione è a fianco del testo a cui si riferisce. In genere si vuole segnalare che in quella porzione di testo è espresso un concetto di una certa importanza. Anche questo tipo di annotazione, in teoria, non dovrebbe presentare particolari problemi ad essere intercettato a livello informatico per una sua formalizzazione compiutamente digitale.
Più complesso il passaggio successivo, ovvero la selezione di singole parole:
In questi tre esempi ci sono tre diverse modalità di selezione di singole parole: in un caso cerchio la parola che ritengo importante. In un secondo caso cerchio e quadro diverse parole che semanticamente hanno significato diverso, nel terzo caso inserisco anche dei numeri nel testo per indicare che le parole cerchiate hanno un significato particolare, ovvero fanno parte di un elenco numerato.
Riuscire a formalizzare questo tipo di annotazione in un ebook reflow non è banale. Non esiste programma che possa farlo se non cambiando radicalmente la modalità di evidenziazione.
Ma vediamo ancora un esempio di annotazione a mano su un testo reflow:
Qua abbiamo un sacco di cose naturali per una annotazione a mano libera, ma terribilmente complesse per una loro formalizzazione digitale: annotazioni a mano libera legate a una singola parola o una singola frase, composte di testo e non solo di segni; parole cerchiate relazionate ad altre parole cerchiate; note a margine con testo e segni. Non dico che formalizzare tutto questo sia impossibile: di per sé tecnicamente una formalizzazione del genere sarebbe programmabile. Ma ad oggi nessun programma di lettura ebook che io abbia usato sarebbe in grado di farlo. E riuscire a programmare una cosa di questo tipo senza impattare la naturalità del gesto del lettore/studioso, senza rallentarlo nella sua lettura o nel suo studio, è una sfida davvero importante.
Dicevo, “non impossibile” perché un software potrebbe intercettare il gesto che unisce logicamente una parola scritta a mano con una parola del testo e quindi linkare un elemento fluttuante nella pagina a un lemma, mantenendo il rapporto anche quando la pagina venisse reimpaginata completamente.
Mi fermo qua. I gesti intercettabili sarebbero ancora a decine e centinaia. Si tratta di un campo di studio estremamente affascinante: trasformare i gesti senza senso che ognuno di noi ha quando studia un testo, in qualcosa di digitalmente sensato, in modo che i software possano interpretarli e agire di conseguenza. Sarà davvero un campo che avrà un suo sviluppo, o dovremmo abituarci a una divisione netta tra la annotazione tradizionale su testi fixed come PDF, e nuove modalità di memorizzare contenuti reflow abbandonando i segni e i graffiti analogici che ancora facciamo nel digitale?