Ai, immagini, videogiochi
Volevo usare alcune immagini per un videogioco che sto scrivendo e mi sono chiesto se valeva la pena crearle con Bing. Sono andato a cercarmi la licenza d’uso di Bing e – no – al di là del watermark che Bing mette sulle immagini, le immagini create da Bing non possono essere sfruttate commercialmente, la licenza d’uso Microsoft lo vieta.
Sono andato a vedere quella di Dall-e, che invece permette lo sfruttamente commerciale, pagando. Perché Dall-e 2 è ora a pagamento, si paga in pratica lo sfruttamento del calcolo computazionale che le macchine devono fare, un sistema a crediti. Probabilmente con un 50/60 euro dovrei avere abbastanza crediti per provare a creare le immagini che mi servono perché si pagano ovviamente anche tutti i tentativi falliti, le immagini che vengono poi scartate.
Ma c’è un ulteriore rischio: pochi giorni fa Valve ha bannato diversi giochi da Steam a causa di immagini contenute nei videogame, immagini che erano state create dall’AI. In realtà, ha poi precisato Valve, non sono banditi tutti i videogiochi che usino immagini create con l’AI, come sembrava in un primo momento, ma quelli le cui immagini create con l’AI siano addestrate su materiale protetto da copyright.
In pratica Valve vuole pararsi per eventuali cause legali fatte da terze parti che riconoscano nelle immagini generate da AI all’interno di un videogame modelli di propri lavori protetti da diritto di autore. Come possa essere stabilito che una immagine generata da AI sia addestrata su materiale protetto da copyright è questione spinosa e quindi anche difendersi dall’accusa non sarà così pacifico.
Siamo al limitare di un bosco, ma è un ginepraio.