Progetto “nuova scuola”
Nella prima fase della nuova scuola si passerà da una lezione frontale a una lezione metamorfica in cui studente e oggetto di conoscenza si compenetreranno fino a perdere la distinzione – anche organica – tra discente e docente.
Tra gli innovativi organi interni interessati alla nuova didattica, il deleuterio, lo sciammatico e la frontaiosa. La progressione sarà armonica a partire dalle prime file, più ricettive, a proseguire poi verso il fondo.
La seconda fase della nuova scuola prevede una trasmutazione completa del discente, individuale e unica. Sarà compito del docente assicurarsi che non crescano all’interno della stessa classe forme organiche predatrici e forme organiche prede, per evitare spiacevoli assimilazioni di gruppo, complesse poi da giustificare davanti ai rappresentanti dei genitori.
È successo (e sarebbe da evitare) che un mancato controllo delle metamorfosi di classe portino alla creazione di un artefatto centrale, dove il composto organico viene assemblato in maniera concreta utilizzando anche geometrie non euclidee, spesso con l’assorbimento anche del docente che avrebbe avuto sorveglianza della classe.
Oltre ai prevedibili problemi di ordine burocratico che il nuovo nucleo-classe comporta (un voto collettivo all’intero composto? davvero?) ci sono poi comprensibili lamentele anche dal personale ATA alle prese con oggetti che – sfuggendo alla geometria euclidea – richiedono tempo lunghissimi per la pulizia e il riordino.
Parallelamente al modello nuova scuola, verrà mantenuto come falso cieco anche il tradizionale modello di scuola basata su didattica frontale. Per motivi deontologici e per un importante risparmio delle risorse ministeriali, sia docenti che studenti saranno però sostituiti da cartonati bidimensionali in bianco e nero.
Recenti studi dei rilevamenti PISA mostrano infatti che l’uso degli studenti in cartonato al posto di quelli reali non porta in realtà a curve di divergenza rilevanti.