Mutazioni in atto tra romanzo e videogame
Per diversi anni di seguito avevo dedicato il primo post del mio blog all’editoria digitale, ora penso che non sia più il caso. Quintadicopertina ha chiuso qualche mese fa e il mercato editoriale digitale è congelato in una forma minore che si è autoinflitta. Una prece.
Comunque la tecnologia per leggere diversamente non si ferma, tanto che questo post lo sto scrivendo con un tablet e-ink. E anche la letteratura elettronica si muove dove vuole. Scacciata dalla forma ebook trova nuovi media e nuove forme d’arte per sbocciare.
Qualche giorno fa ero a Genova a parlare negli spazi del centro studi analisi del linguaggio recentemente inaugurato, parlavo di letteratura elettronica e alla fine una parte considerevole del mio intervento era focalizzata su questa nuova narrativa che i videgiochi stanno portando.
Se segui questo blog non sarai sorpreso: ho raccontato questa agnizione con dovizia di particolari nell’ultimo decennio. Da A Night in the Woods a Disco Elysium, passando per Kentucky Route Zero e Life Is Strange il videogioco sta diventando una nuova arte non solo dal punto di vista del gaming puro, ma anche per quel che riguarda la capacità di veicolare messaggi che un tempo erano riservati alle arti maggiori come il romanzo o il lungometraggio.
E questo a me piace, fondamentalmente, la capacità del racconto di andare a occupare spazi, come una continua rivolta della comunicazione. In questo momento il mio lavoro più importante non è l’ennesima bozza di un romanzo o di una silloge, ma una visual novel a cui sto lavorando da alcuni mesi.
Leggere e giocare sono per me due forme diverse ma imparentate del creare mondi. In queste ultime settimane ho finito il Don Chisciotte (altro iperromanzo), I quaderni di Serafino Gubbio operatore (anche qua, con riflessioni importanti sul rapporto tra vita e tecnologia) e I miei stupidi intenti mentre giocavo e finivo Universe For Sale e Strays (curioso ma un po’ dispersivo il primo, un’occasione mancata il secondo). Per me narrativa e videogame continuano a camminare percorsi attigui, finché mi reggono gli occhi.
A questo proposito un occhio (…) lo tengo per seguire le nuove uscite tecnologiche della Onyx: il Boox Tab Ultra C è un interessante ibrido e-ink a colori con tastiera collegabile al volo a ‘mo di iPad. Certo, ci sono ancora un sacco di limiti nel colore, nel contrasto più debole se usato senza sovrilluminaizone e nel carico di calcolo per il refresh che ammazza i vantaggi della batteria, ma la curiosità di capire cosa cambi, se cambia qualcosa, a leggere, scrivere e giocare con un tablet e-ink a colori non nego che mi solletica.
Già ora con questo vetusto Boox Note3 stamattina, dopo aver letto una decina di pagine delle Ferrovie del Messico, aver letto i quotidiani, messo Faith dei The Cure in streaming, attaccata una tastiera e scritto questo post standard da blog anni novanta, giusto per vedere se si poteva farlo, ecco, la percezione che ho è che l’uso del digitale e-ink sia per me (e sottolineo il per me) molto meno tossico e con meno dipendenza animale e meccanica.