Alcuni bagliori e ombre dalla periferia dell’EPUB3
Nonostante l’incertezza con cui l’EPUB3 conduce la sua marcia scoordinata, appare uno dei pochi animali marcianti nel mondo della tipografia digitale off-line. E i risultati, non definitivi ma interessanti, che si ottengono sui lettori EPUB3 e-ink mostrano che una parte sostanziosa delle specifiche potrebbero essere utilizzate anche fuori dal mondo multimediale dei tablet. Ieri in particolare mi sono scontrato contro una specifica che Adobe Digital Edition diceva di aver supportato in ADE 4.0, e che nei miei test non dava segno di vita: quella relativa ai Canonical Fragment Identifier, una parte dell’EPUB3 poco conosciuta ma molto interessante per poter navigare, definire e selezionare zone di ebook (in teoria anche esterne all’ePub di partenza). In pratica invece che linkare ad un semplice identificativo posto in un file, si costruisce tutto un percorso di nodi partendo dal package e dalla sua spine, fino ad arrivare a selezionare un paragrafo, un singolo lemma, una zona di un video o qualsivoglia cosa sia inserita nel nostro ePub. Adobe diceva di averla introdotta con la versione 4 del suo lettore ebook, ma i miei test continuavano a fallire finché non ho scoperto quello che a me pare un bug anche abbastanza consistente. In pratica se il file da cui parte il link al package è salvato nella cartella in cui risiede il package stesso, Adobe Digital Edition cerca il package fuori dall’EPUB3. Lo va a cercare in una cartellascriptall’interno dell’applicazione Adobe. Detto in parole ancora più semplici: se in un file xhtml facciamo partire un link CFI al package e il package è nella stessa cartella dove c’è il file xhtml, Adobe Digital Edition cerca il package dentro se stesso. E non lo trova, ovviamente. Potrei fare alcune battute sul fatto che Adobe cerchi una risposta dentro di sé e non la trovi, ma mi astengo. Posizionando package e file xhtml in due cartelle diverse i CFI sembrano effettivamente funzionare. Nel momento in cui scrivo le applicazioni che supportano i CFI, anche solo parzialmente, sono poche. Non lo supporta Ibooks, non lo supporta Azardi. Bene invece Readium e derivati; Adobe Digital Edition e Gitden Reader. In prospettiva è una specifica importante per la gestione di note e annotazioni su testi statici e potrebbe essere (il condizionale è d’obbligo) uno strumento per avere annotazioni che seguano l’ebook nei suoi spostamenti.