Guardando il futuro partendo dal 1983
“Tra coloro che sono nati dopo il 1965, negli Stati Uniti, la video-cultura sta raggiungendo ormai livelli che sono quasi di massa. In parte vi hanno contribuito le scuole, che fin dalle elementari hanno organizzato corsi di elettronica sempre più seguiti, e un altro cospicuo e forse più determinante contributo l’ha dato lo sviluppo impetuoso dei videogames che hanno familiarizzato milioni di ragazzi con le tastiere e li hanno spinti sempre di più verso i terminali delle loro classi, sui quali imparano la matematica, giocano o compiono le più spericolate operazioni mentali. Time li ha chiamati i «microkids» [...]: incapaci talvolta di scrivere correttamente una parola, sanno invece utilizzare un calcolatore, dimostrando attitudini che spesso superano quelle degli adulti.
[...]
L’incessante sollecitazione degli apparati informativi sta cancellando già molte «zone d’ombra», molte scene del tradizionale universo comunicativo; nello stesso tempo, propone l’avvento di una nuova sfera sensoriale in cui si dispiega prevalentemente e quasi totalitariamente la dimensione dell’informazione. Un medico controlla le ultime ricerche, un insegnante cerca materiale per un progetto, un consumatore rintraccia le offerte migliori, i bollettini stampa entrano nelle case prima del giornale, come vi entrano statistiche, dati finanziari, risultati sportivi. Si può prendere una laurea senza frequentare l’università, si partecipa a una tavola rotonda dalla poltrona di casa, si accende il riscaldamento della casa di montagna appena prima di salire in macchina…
L’inquilino telematico trasforma la propria abitazione in una culla del mondo, dondolata da fili invisibili che, nel frattempo, tramano vertiginose circonvoluzioni cerebrali. L’universo familiare del «salotto buono» si dissolve in una sorta di «centro di comunicazioni televisive» e un ritmo giocoso sottolinea l’ingresso in scena di un’effervescente parata di merceologia elettronica: un tempo per alleviare la fatica le macchine riproducevano meccanicamente il braccio dell’uomo, ora, per riprodurre intelligenza, amplificano la mente.
Il caro, vecchio televisore si sta sfisionomando! Adesso — è la sua grande trasformazione ambisce a essere un terminal casalingo, anello di una grande, ininterrotta «catena telematica», zampillante dati con la stessa grazia con cui offriva tiritere e couplets e ilarità (e invece sono dati e scambi e affari). Ebbene, la teoria della «catena telematica» è quella che più di ogni altra spiega l’affermazione del computer domestico. Infatti questa ideale catena per esistere e per funzionare al massimo livello ha bisogno che ogni abitazione (e non soltanto più i centri che si occupano professionalmente di informatica) funzioni da anello di congiunzione.
[...]
Lo scenario di una «società di servizi», così come si va tratteggiando negli Stati Uniti, sarebbe impensabile senza l’uso attivo dei calcolatori domestici. La Lockheed, quella degli aerei, ha dotato le più grandi biblioteche di un sistema chiamato Dialog: un computer gigantesco (per quel che riguarda la sua memoria) a cui sono collegati migliaia di computer domestici. Anche a tarda notte uno studente può chiedere informazioni su una formula matematica o su un problema di letteratura.
Questa «distribuzione» non riguarda ovviamente soltanto il campo educativo ma tanti altri «servizi» sui quali ormai si fonda la sopravvivenza stessa della società.
[...]
Un terzo motivo il più sotterraneo ma il più determinante è che gli home computer appartengono a quel più vasto processo di trasformazione verso la «società informatica» nella quale l’informazione sta prendendo il posto che l’energia occupava in quella di ieri. È vero che alcuni home computer si fondano su gadgets privi di importanza effettiva, ma altri (meglio il loro software) avranno un ruolo sociale essenziale. Un nuovo calcolatore, una nuova invenzione elettronica hanno vocazione essenzialmente universale. Come ha fatto giustamente notare Jean-Jacques Servan-Schreiber l’informazione di cui si parla a proposito delle macchine calcolatrici nell’avventura che porta alla «società informatica» non ha niente a che vedere con ciò che solitamente si definisce con tale termine. Non è la «notizia» dei giornali, della radio, della televisione.
Nella sua vera definizione e nella sua effettiva sostanza, l’informazione è uno dei tre principali costituenti della natura. Tali tre costituenti fondamentali, che forniscono i materiali necessari alle attività e alle creazioni dell’uomo partendo dalla natura, sono: la materia, l’energia, l’informazione. E informazione è tutto quanto costituisce un messaggio: una spia che si accende, il verso o l’odore di un animale, il baluginio di una stella, una scintilla elettrica costituiscono ogni volta una molecola di informazione, un dato informatico. Così, non c’è scambio d’informazione senza consumo o liberazione di energia. Quando si iscrive un dato d’informazione in una memoria di un microprocessore si ha fissazione di energia; e ogni volta che una memoria, sotto l’impulso dei calcolatori, restituisce informazione, si ha liberazione d’energia. A conti fatti gli home computer sono la sintesi domestica della capacità della natura, finora casuale e disordinata, di fissare e scambiare informazioni. Dunque l’informazione è vitale al pari dell’energia; donde sulla base del controllo del calcolo, l’esplosione informatica e le sue consueguenze a catena.
[...]
Non c’è dubbio, dunque, sul fatto che il nostro immediato futuro passi anche attraverso gli home computer. Anzi il calcolatore domestico nelle nazioni a elevato sviluppo tecnologico (Stati Uniti e Giappone, come sempre) ricopre ormai una vera e propria «figura sociale» nel mondo delle comunicazioni, per quella sua capacità di gestire, nella compiacenza delle pareti di casa, conti famigliari e archivi di notevole consistenza, amministrazioni complesse e programmi di entertainment. In minor tempo di quanto ne occorra per imparare a guidare un’auto, un home computer è disponibile a una serie indefinita di viaggi «programmati». Una ricca biblioteca software, poi, fa dell’home computer un elettrodomestico «intelligente», versatile ed efficace.
Che sia davvero alla portata di tutti la risorsa infinita, la sola che sia tale: l’informazione, la conoscenza, l’intelligenza?”
[Aldo Grasso, Futura, 1983]