Come andrebbe sfogliato un libro digitale
Approfittando di alcune riflessioni in rete sulle marcature per navigare in testi digitali, annoto di seguito alcuni appunti su quello che è oggi la lettura digitale e su quello che dovrebbe/potrebbe essere. Non c’è una conclusione né considerazioni, ma solo alcuni memo per i lavori in corso:
- i testi cartacei hanno in genere una lettura lineare, pagina dopo pagina, perché naturale nel momento in cui una narrazione viene stampata su carta e tenuta assieme da un sistema di rilegatura;
- anche i testi cartacei, comunque, svincolano da questo obbligo ogni qual volta sia necessario farlo: non solo per le narrazioni a bivio, ma per dizionari, vocabolari, elenchi, riviste, dispense. Quando, insomma, la rilegatura serve per tenere assieme materiali di lettura non lineare ma coerenti tra di loro;
- nel digitale le specifiche per i libri elettronici ripropongono, anche per motivi commerciali, lo stesso apparato lineare del libro di carta, aggiungendo lo strumento dell’ipertesto;
- l’ipertesto, benché utile, è utilizzato in maniera molto limitata: è possibile saltare da un punto all’altro dell’ebook, ma non è possibile indicare cosa fare dopo il salto e quali atomi significativi del punto di arrivo del salto sono interessati al salto stesso;
- questo impedisce, ad esempio, di poter tornare indietro dopo aver letto il nucleo di arrivo del salto, o di proseguire in altro punto dell’ebook (specie per i link multidirezionali: un solo punto di arrivo a cui si può giungere da molteplici parti dell’ebook);
- alcune di queste cose erano state affrontate in specifiche (non IDPF) mai supportate, come XLink, e in rete sono spesso delegate a PHP, o altri linguaggi lato server, e javascript lato client;
- ma l’ebook non ha un server, lavora solo sul suo contenuto. E javascript, al di là del supporto, non dovrebbe essere una funzione essenziale per un testo digitale, ma solo accessoria. Non ultimo, la quasi totalità delle tecniche di memorizzazione del percorso di navigazione web, via javascript, si scontra con la struttura lineare della
spine
, con risultati il più delle volte, spiacevoli.