Come avere una relazione più stabile (in ebook)
Sto leggendo in questi giorni un ebook abbastanza voluminoso, Roma, una sorta di piccola opera enciclopedica che vuole inquadrare la storia di Roma dal punto di vista storico, artistico, scientifico, letterario, etc. Fa parte di una serie di volumi curati da Umberto Eco, gestiti attraverso numerosi saggi brevi scritti da diversi autori.
Mentre leggo un saggio della sezione letteraria mi imbatto in un periodo:
Le origini della storiografia latina sono da rinvenire innanzitutto nell’opera del collegio sacerdotale dei pontefici. Sin dall’età regia, alla fine di ogni anno il pontefice massimo, capo di tale collegio, redige su una tavola lignea imbiancata (tabula dealbata) un breve testo in cui si elencano i nomi dei magistrati eletti o designati durante l’anno, i principali fatti politici, militari, astronomici e gli eventuali casi di carestia che abbiano prodotto a Roma forti rincari dei prezzi.
Il testo poi prosegue (giustamente) interessandosi alla questione letteraria del fatto, ma io lettore mi fermo perché vorrei sapere qualcosa di più su questi pontefici romani di cui non ricordo bene la collocazione storica. Allora metto un segnalibro digitale e attraverso la toc vado nella sezione dedicata alla storia e mi leggo uno dei saggi dedicati alla nascita di Roma e all’epoca dei Re. Quì, ad un certo punto mi imbatto in un passaggio che arricchisce il testo che avevo letto in precedenza.
I pontefici sono i sommi esperti del diritto sacro e profano. Essi soprintendono ai sacrifici pubblici – che sono però normalmente officiati dal re e, in età repubblicana, dai magistrati – e sorvegliano quelli privati, controllando che tutti i riti vengano compiuti secondo le modalità tradizionalmente prescritte. Proprio in virtù della loro competenza giuridica, i pontefici vengono interpellati dai cittadini che chiedono loro responsi su questioni rituali e civilistiche. Ai pontefici è anche delegata la cura del calendario e la registrazione – messa per iscritto su tavole lignee imbiancate (tabulae dealbatae) – dei più rilevanti eventi politici, militari, economici, astronomici avvenuti ogni anno nella città.
Qui, per noi impaginatori digitali, si apre una questione molto interessante. In che maniera, in un testo digitale possiamo gestire questo arricchimento? La prima risposta che può venire alla mente è formalizzare questa cosa in cui siamo incappati, chiamandola con il suo nome: link. Ma non nel senso che dobbiamo creare un salto pagina, ma nel senso più ampio del termine. Qui abbiamo due elementi atomici tra cui esiste una relazione. Il link qua va inteso come formalizzazione di questa relazione, a prescindere da quello che poi ci potremmo poi fare a livello di design per il lettore. Che strumenti possiamo utilizzare per stabilire questa relazione? Il primo è certamente il link come noi lo conosciamo. Creiamo un ipertesto che dal punto a ci porti al punto b e viceversa.
Questa formalizzazione è la più semplice e anche la più limitata nella sua applicazione: non possiamo avere più atomi che si relazionino ad un elemento singolo, perché un elemento singolo non può essere relazionato a più atomi. Il link da questo punto di vista mostra limiti strutturali, limitandosi ad essere un pulsante per un cambio pagina.
E se volessimo fare qualcosa di più sofisticato di un semplice link? Ho già parlato in passato di una specifica del W3C, rimasta sostanzialmente lettera morta, che è quella relativa ai link avanzati di XLink. In questo caso, se ho interpretato correttamente le specifiche, sarebbe stato possibile definire un link tra atomi di testo, gestendo anche l’arco di lettura di questi elementi e l’eventuale ritorno al luogo di partenza. Purtroppo ad oggi troviamo poche implementazioni di XLink, spesso nella sua versione facilitata (ad esempio in SVG).
Dunque nulla? Un’altra possibilità in realtà esiste, e sono i CFI. Introdotti da IDPF in EPUB3. In teoria potremmo creare un link tra il primo elemento e l’esatta porzione testuale interessata dalla relazione che stiamo costruendo. Anche in questo caso rimarrebbe il vincolo dell’univocità della relazione, ma – ed è quì la cosa interessante – potremmo decidere di non fare nessun salto. Nel momento in cui stabiliamo una relazione tra un atomo testuale e altri atomi testuali, di cui definiamo l’inizio o la fine, il link potrebbe decidere di gestire diversamente quella relazione.
Se sono il creatore di una applicazione di lettura ebook potrei gestire questo tipo di link come pop-up, o con la creazione di una pagina virtuale in cui mostrarne i valori. Se sono creatore dell’ebook potrei anche cercare di intercettare queste chiamate attraverso Javascript, attingendo al contenuto e lavorandolo all’interno della pagina in cui si trova il lettore.
Molti condizionali nel periodo precedente: CFI è una specifica la cui applicazione (mi dicono anche piuttosto controversa) è giovanissima e il cui supporto – ad oggi – è estremamente limitato.
Ma non c’è dubbio che anno dopo anno l’oggetto ebook sta ponendo domande e mostrando esigenze che provengono dalla sua preistoria letteraria e che solo parzialmente hanno a che fare con i linguaggi finora utilizzati per la creazione di pagine web. La specificità dell’oggetto ebook è diversa sia dal libro che dal sito web. Strumenti, specifiche, idee che non hanno funzionato per la rete potrebbero trovare nuova fortuna e nuovi sviluppi nel mondo della progettazione digitale in campo editoriale.
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