Libri che non si possono leggere
Ogni tanto mi studio la costruzione di un testo scolastico che non ho mai avuto ai tempi del liceo, ma di cui avevo sentito parlare più volte, ovvero Il materiale e l’immaginario, l’edizione prima bianca e grigia, più radicale di quelle uscite successivamente, mi dicono.
Lo guardo per avere delle idee digitali per la gestione di materiali letterari. Guardare ai libri non libri è un metodo che trovo sempre interessante per ideare poi ebook non ebook.
Ho preso un tomo e ho cercato un autore, Tasso. La costruzione del testo è originale, non autorecentrica, ma basata su una serie di tematiche sociali, storiche, e letterarie. Gli autori e le loro opere sono atomizzati e usati – letteralmente – per portare avanti un disegno ad ampio respiro, decisamente sovratesto. Ai testi, individuati con la T seguita da un numero, si alternano materiali, spesso critici, segnati da MAT e un numero. Roba molto anni settanta, affascinante. Sfogliando l’opera, da un certo punto di vista, l’intero volume sembra un assemblamento di copia e incolla: sia dalle opere letterarie, sia dalle critiche ai testi stessi. Molto del materiale è curioso e spesso paraletterario: molte lettere, documenti, saggistica (dell’epoca), che affiancano testi più schiettamente letterari e che – in genere – non si vedono nelle normali antologie letterarie.
Basilari gli indici analitici e l’indice generale, vere e proprie mappe geografiche con le quali muoversi tra i testi.
Un testo naturalmente digitale? No, ma la costruzione atomica del lavoro avrebbe uno svolgimento digitale naturale, aumentando l’interattività tra le diverse parti e facilitando la scelta del percorso del lettore alla ricerca dei testi e dei materiali correlati al singolo documento.
Sempre seguendo il materiale e l’immaginario ho scoperto le poesie di Guido Casoni, poi trovate su google books, in cui sono rappresentati gli strumenti di tortura usati nella passione di Cristo. Ogni oggetto è una poesia che spiega la sua funzione. Avanguardie futuriste? No, siamo agli inizi del 1600. Non sono forse questi libri aumentati?
A proposito di libri aumentati e libri digitali, alcune considerazioni sulla nascita di una serie di ebook che si possono leggere solo su smartphone
, targati google.
Premetto che mi baso su quanto ho letto in diversi articoli e che non ho (ancora) letto gli ebook in questione.
- Google che non ha né EPUB3 né KF8 si inventa un ennesimo formato, basato sempre su HTML5, Editions at Play (come al solito senza specifiche); lo mettiamo accanto a .ibooks e guardiamo come aumentino i formati proprietari e concorrenti tutti basati su un core se non identico sicuramente comune;
- EPUB3, (cartago delenda est), è un formato potenzialmente interessante che vive azzoppato dalla stessa IDPF per restare ancorati a una idea di libro animato che è vecchia di vent’anni. I maggiori esperimementi di narrazione nativa digitale, polistorie escluse, continuano ad avere uno sviluppo al di fuori di ePub, in forma di App o, come in questo caso, in forma di web app. Questo è un rammarico perché App e Web app sono più dispendiose in termini di denaro e più scomode in termini di longevità e accessibilità rispetto ad un ePub;
- questo è un punto importante: l’ebook è un prodotto ibrido – nuovo – perché permetterebbe di avere la novità del codice assieme alla longevità del prodotto libro. Pensateci, un libro, un long seller almeno, è pensato per avere un ciclo di vita relativamente lungo. Noi oggi leggiamo abitualmente romanzi scritti cinque, dieci, venti anni fa. È normale. Difficile pensare la stessa cosa di una applicazione, dopo vent’anni un software è un cavallo morto. L’ebook potrebbe essere invece un punto di raccordo tra i due mondi, codice che gestisce informazioni e narrazione e che perdura nel tempo come un libro. ePub potrebbe avere questo compito, non ce la farebbe la App, ancora meno ce la farebbero le web app;
- l’interesse per l’interactive fiction, lungi dallo scemare, continua a essere alta anche per prodotti commerciali (che non vedremo in ELC III) e non solo per l’infanzia. Quando si parla di ebook e di mercato non si tocca se non marginalmente il tema delle narrazioni native digitali, mentre sul medio termine è lì che vedremo costruire i paradigmi della lettura dei prossimi decenni. Un tavolo di lavoro in cui le competenze della letteratura e del videogioco troveranno negli anni a venire nuove soluzioni da affiancare a quelle tradizionali del libro.
Per chiudere, e per tornare alle parole in libertà (ma non troppa) ecco un breve video di un arcade tipo Scramble a cui stiamo giocando/lavorando in redazione: si tratta di una simulazione della battaglia di Adrianopoli, costruita utilizzando la poesia di Marinetti come base per il videogioco stesso. Anche questa dentro un ebook?
Buone, uh, letture?
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