Impaginatori di digitale
Cosa cambia per chi scrive, per chi impagina, per chi produce un contenuto narrativo, informativo, culturale quando questo contenuto non viene pensato per essere stampato su carta? Gli scrittori scrivono libri o raccontano storie? Alcune mie considerazioni su questi cambiamenti su ebookreaderitalia, a margine di un saggio che sto leggendo di Bianca Gai (che non difende il libro di carta come potrebbe sembrare dalla mia breve citazione, anzi).
Può cambiare tutto e niente. Dipende soprattutto dalla consapevolezza dello strumento che si sta utilizzando, delle sue caratteristiche tecniche. La scrittura digitale nasce prima del codice, parte da una certa idea di narrazione non necessariamente legata all’oggetto libro da leggere pagina dopo pagina. Esiste una scrittura non-lineare che può tranquillamente vivere anche nel libro, quando lo si utilizzi in maniera dinamica. Il libro – per dire – può anche essere una tecnologia per accedere a database con migliaia di dati: basta prendere in mano un vocabolario.
Conoscere le caratteristiche tecniche significa anche aprire il cofano dei testi digitali. È un piacere per me, durante i laboratori di progettazione ebook, vedere gli occhi luccicare ai corsisti quando si rendono conto che con un ebook possono fare cose che non pensavano. Questo è un punto di non ritorno: le buone idee vengono fuori dal terreno rivoltato dalla conoscenza. Difficilmente farete un ebook diverso da un libro di carta se non sapete cosa c’è oltre il libro di carta.
Piccolo promo: il prossimo laboratorio che sto preparando è a Torino, iniziamo il 25 febbraio e continueremo per altri due sabati. Fino a lunedì prossimo c’è anche uno sconto sulla quota di iscrizione alle tre giornate.