Il mio prossimo romanzo

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DISCLAIMER: post ad alto contenuto autoreferenziale

Essendo questo il mio blog, non posso non raccontare a chi lo segue che è uscito un mio nuovo romanzo che si intitola Il mio prossimo romanzo per Antonio Tombolini Editore.

Si tratta di un romanzo lineare: niente interattività o ipertesti. Si legge una pagina dopo l’altra. Non si tratta di un passo indietro rispetto alle cose più recenti che ho scritto, come le Poesie Elettroniche, ma di uno dei tanti modi che ha uno scrittore per organizzare le proprie interiora.

Sono molto contento di questo romanzo. Portare a termine un progetto iniziato dodici anni fa e che sembra scritto di getto ieri pomeriggio, è stata davvero una rivelazione anche per me.

È anche il primo romanzo in cui, mentre scrivevo il testo, avevo in mente che qualcuno lo avrebbe dovuto leggere e che quello che doveva godere era più lui che io.

È un romanzo divertente. Se siete gente che lavora nell’editoria o che scrive, ancora più divertente. Io lo rileggevo e ridevo.

È un romanzo che mentre leggevo i mesi scorsi le bozze per l’editing mi meravigliavo che esistesse. Non ricordo, voglio dire, come sono nati i pezzi, come mi è venuto in mente di raccordarli, come sia stato possibile che pezzi di dodici anni fa si mettessero comodamente accanto ad altri scritti pochissimo tempo fa. È quasi un romanzo che si è scritto da solo, autogenerantesi, ogni capitolo ne richiamava un altro che magari arrivava pronto dopo sei sette anni, e viceversa.

È un romanzo in cui metto da parte i miei fantasmi e parlo di cose che sono fuori e dentro di me. È un romanzo sul come si cresca, si diventi adulti, covando dentro di sé le stesse ansie e gli stessi complessi di quando si era ragazzi.

È un lungo invito a smettere di credere nella scrittura, nell’editoria, nella letteratura, e nello stesso tempo un atto d’amore verso questa capacità dell’uomo di stendersi per terra come un cadavere e aprire la bocca e fare uscire storie, solo muovendo bocca e mandibola e emettendo suoni articolati.

È un romanzo che è due romanzi, perché è anche un metaromanzo, ma costa uguale. Nascosto nel romanzo c’è un errore che se uno lo vede capisce che tutto il romanzo può essere letto in una chiave completamente diversa. Come una secret nei videogiochi.

È un romanzo che non sarebbe mai mai mai nato senza tante persone che in corso d’opera mi hanno detto che stavano ridendo mentre lo leggevano. Fare ridere scrivendo è un po’ come accendere un fuoco con i legnetti durante il campo scout, alla fine c’è sempre qualcuno che ha un accendino nascosto.

È un romanzo che se non vi piace non diamo rimborsi, spiacenti, eventuali refusi sul fondo della confezione sono testimonianza della genuinità dell’opera.

19. giugno 2017 by fabrizio venerandi
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